Chiuso il Forum sulla Cooperazione. L'Avsi: " al centro sempre la dignità dell'essere
umano"
“Con questo Forum abbiamo rotto il silenzio, abbiamo dimostrato che c’è un’Italia
diversa che coopera con passione civile e concreta”. Con queste parole il ministro
Andrea Riccardi titolare per la Cooperazione internazionale ha concluso la due giorni
sul tema che si e' svolta a Milano. Nuove priorità internazionali, riforma del sistema,
carenza di risorse, ma anche tante belle testimonianze hanno accompagnato i partecipanti,
tra cui Alberto Piatti, segretario generale della Ong Avsi. Gabriella Ceraso
lo ha intervistato:
R. – Il Forum
nel suo insieme è una notizia positiva. Ci sono state testimonianze interessanti da
parte di tutti gli attori, compresi gli enti locali; ma credo che anche la presenza
del governo sia stata una presenza qualificata, e questa è una bella notizia. Indubbiamente,
il Forum ha riportato nell’agenda politica il tema della cooperazione e il governo
ha annunciato un’inversione di tendenza nella dimensione del fondi.
D. – Sul
tavolo anche il come fare cooperazione, cioè l’annoso assetto istituzionale
di questo settore. Ne sono emerse novità?
R. – Io penso che al di là della
forma giuridica che prenderà questa auspicata riforma, essendo una modalità anche
legislativa che esprime la cultura di un popolo, noi dobbiamo recuperare il valore
della cooperazione che è quel valore dell’innata dignità che ogni essere umano ha
e, nello stesso tempo, gli attori della cooperazione – che sono anche il privato,
le imprese, la ricerca, la cultura – devono trovare forme armoniche in cui potersi
integrare nella distinzione dei ruoli per una cooperazione del Terzo Millennio. Ricordo
che Giovanni Paolo II, nella Tertio millennio ineunte, parlò di una necessaria
nuova fantasia della carità, citando don Orione. E io penso che sia il tempo che questa
fantasia diventi realtà.
D. – Avete identificato nuove priorità di tipo geografico?
R.
– No. Certamente, ci sono legami geografici e naturali per cui non possiamo ignorare
di essere sulla sponda nord del Mediterraneo, così come non possiamo ignorare che
l’Italia è stata terra di migranti, e quindi ci sono legami molto solidi in giro per
il mondo. D’altro canto, l’Africa è sempre stata una terra che dall’Italia ha ricevuto
una grande attenzione: basti ricordare che ci sono oltre 3 mila missionari di origine
italiana. Quindi io credo che l’Africa sia comunque una priorità geografica.
D.
– E’ servito un ministro specifico per la Cooperazione. Potrebbe servire ancora, come
ha auspicato il ministro Riccardi?
R. – In tempi di spending review,
io non sento la necessità di un nuovo ministero; sento la necessità invece di una
forma di facilitazione che potrebbe essere un’agenzia con un’autorità politica molto
determinata e forte e che con poteri adeguati possa fare da regista e da facilitatore
e soprattutto riprendere gli impegni che sono stati assunti a livello internazionale.