Un nuovo impulso alla cooperazione internazionale. Con questo obiettivo, 1600 delegati
si sono dati appuntamento a Milano per il Forum Internazionale della cooperazione,
promosso dal ministro italiano, Andrea Riccardi. Un settore che necessita di un rilancio
culturale certo, ma anche di risorse, penalizzato com’è da tagli negli ultimi quindici
anni. Il servizio è di Fabio Brenna:
Nel suo messaggio
d’apertura, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha definito la cooperazione
allo sviluppo come “politica estera nel senso più nobile e più elevato della parola”,
sottolineando come l’aiuto ai Paesi in via di sviluppo oggi è “un critico investimento
nella relazioni esterne del nostro Paese, è una cartina di tornasole della nostra
presenza nel mondo”. Che dunque la cooperazione non sia solo un “fare la carità” ai
Paesi poveri, si è detto convinto anche il presidente del Consiglio, Mario Monti.
“Fare cooperazione” ha spiegato il premier, “è un imperativo etico di solidarietà,
ma anche e soprattutto un investimento strategico in termini di sicurezza nazionale
ed internazionale, di gestione dei flussi migratori, di protezione dell’ambiente,
di sicurezza energetica, di promozione di opportunità economico-commerciali per le
imprese italiane”.
Monti ha, quindi, riconosciuto come lo strumento operativo
rappresentato dalla Legge 49 sulla cooperazione sia “necessario un aggiornamento”,
così come l’inadeguatezza delle risorse messe a disposizione: per il loro rafforzamento,
ha però avvertito, occorrerà attendere che le condizioni di bilancio lo rendano possibile.
All’apertura dei lavori sono intervenuti anche il Commissario europeo per lo sviluppo,
Piebalgs, e il presidente del Burkina Faso, Campaorè, che ha incontrato Monti per
parlare della situazione del Sahel. I lavori proseguono nei sei gruppi tematici che
forniranno proposte per il rilancio della cooperazione destinate a dare vita ad un
Patto nazionale per la nuova cooperazione allo sviluppo.