Siria: decine di morti anche oggi, prosegue l’assedio di Aleppo
Nuova giornata di sangue in Siria. Fonti dell’opposizione segnalano una ventina di
vittime in seguito a scontri e bombardamenti avvenuti, stamattina, in varie zone del
Paese. E prosegue la battaglia tra esercito e ribelli nella città settentrionale di
Aleppo sotto assedio da diversi giorni. Ieri, il bilancio complessivo si è concluso
con oltre 150 morti. Intanto, gli Stati Uniti annunciano 45 milioni di dollari di
aiuti a favore dell’opposizione, riunita sotto la sigla “Amici della Siria” che si
è riunita in queste ore a New York. In merito, Eugenio Bonanata,ha
raccolto il commento di Roger Bouchahine, direttore dell’Osservatorio geopolitico
mediorientale:
R. – L’opposizione
siriana ad oggi non ha ricevuto abbastanza aiuti per poter affrontare questo regime.
Attualmente, i Paesi che sono amici del regime stanno aiutando tutte le fazioni che
non erano finora armate e non facevano parte di questo conflitto. Chiaramente, più
armi e più aiuti di questo genere entrano in quel Paese, e più la guerra durerà a
lungo. C’è il rischio che questa diventi una guerra civile lunga anche 20 anni. La
soluzione doveva essere a livello internazionale, la soluzione doveva essere di fermare
questo "omicidio giornaliero" nei confronti del popolo siriano.
D. – Cosa
può fare la comunità internazionale a questo punto? Abbiamo visto che il Consiglio
di sicurezza dell’Onu è spaccato, c'è una situazione di stallo, benché – sempre dall’Onu
– sia arrivato il rinnovo del mandato della commissione d’indagine sui crimini di
guerra. Cosa si può fare realisticamente?
R. – E’ un po’ una vergogna parlare
di crimini di guerra, è come se dovessimo ancora andare a cercare la prova di tutto
ciò. Credo che se non arriveremo alle elezioni americane per garantire l’elezione
di un presidente, nessuno interverrà in Siria. E’ questo che spesso fa vittime nel
mondo, perché l’Occidente, ad ogni elezione, è costretto a frenare tutte le sue azioni,
tutta la sua diplomazia.
D. – Intanto fra le conseguenze negative della crisi
siriana, c’è il dramma dei profughi. Si stima che arriveranno a 700-800 mila entro
la fine dell’anno…
R. – Purtroppo, questi numeri dell’Onu mi fanno venire sempre
i brividi. L’Onu fino a poco fa contava ancora 10 mila morti e contava solo quelli
dell’opposizione, come se i morti del regime non fossero uomini. I numeri sono maggiori,
sono drammatici. Basta vedere le scuole libanesi per capire quanti siriani sono subentrati
nelle ultime 2-3 settimane: le scuole si sono aperte qualche giorno fa e si sono iscritti
in migliaia in Libano, Giordania e Turchia. Presumo che la drammaticità sarà evidente
tra pochi giorni quando arriverà il freddo, vedremo quello che accadrà!