2012-09-29 15:45:51

Siria: decine di morti anche oggi, prosegue l’assedio di Aleppo


Nuova giornata di sangue in Siria. Fonti dell’opposizione segnalano una ventina di vittime in seguito a scontri e bombardamenti avvenuti, stamattina, in varie zone del Paese. E prosegue la battaglia tra esercito e ribelli nella città settentrionale di Aleppo sotto assedio da diversi giorni. Ieri, il bilancio complessivo si è concluso con oltre 150 morti. Intanto, gli Stati Uniti annunciano 45 milioni di dollari di aiuti a favore dell’opposizione, riunita sotto la sigla “Amici della Siria” che si è riunita in queste ore a New York. In merito, Eugenio Bonanata, ha raccolto il commento di Roger Bouchahine, direttore dell’Osservatorio geopolitico mediorientale:RealAudioMP3

R. – L’opposizione siriana ad oggi non ha ricevuto abbastanza aiuti per poter affrontare questo regime. Attualmente, i Paesi che sono amici del regime stanno aiutando tutte le fazioni che non erano finora armate e non facevano parte di questo conflitto. Chiaramente, più armi e più aiuti di questo genere entrano in quel Paese, e più la guerra durerà a lungo. C’è il rischio che questa diventi una guerra civile lunga anche 20 anni. La soluzione doveva essere a livello internazionale, la soluzione doveva essere di fermare questo "omicidio giornaliero" nei confronti del popolo siriano.

D. – Cosa può fare la comunità internazionale a questo punto? Abbiamo visto che il Consiglio di sicurezza dell’Onu è spaccato, c'è una situazione di stallo, benché – sempre dall’Onu – sia arrivato il rinnovo del mandato della commissione d’indagine sui crimini di guerra. Cosa si può fare realisticamente?

R. – E’ un po’ una vergogna parlare di crimini di guerra, è come se dovessimo ancora andare a cercare la prova di tutto ciò. Credo che se non arriveremo alle elezioni americane per garantire l’elezione di un presidente, nessuno interverrà in Siria. E’ questo che spesso fa vittime nel mondo, perché l’Occidente, ad ogni elezione, è costretto a frenare tutte le sue azioni, tutta la sua diplomazia.

D. – Intanto fra le conseguenze negative della crisi siriana, c’è il dramma dei profughi. Si stima che arriveranno a 700-800 mila entro la fine dell’anno…

R. – Purtroppo, questi numeri dell’Onu mi fanno venire sempre i brividi. L’Onu fino a poco fa contava ancora 10 mila morti e contava solo quelli dell’opposizione, come se i morti del regime non fossero uomini. I numeri sono maggiori, sono drammatici. Basta vedere le scuole libanesi per capire quanti siriani sono subentrati nelle ultime 2-3 settimane: le scuole si sono aperte qualche giorno fa e si sono iscritti in migliaia in Libano, Giordania e Turchia. Presumo che la drammaticità sarà evidente tra pochi giorni quando arriverà il freddo, vedremo quello che accadrà!







All the contents on this site are copyrighted ©.