2012-09-29 13:03:01

La Giornata mondiale del cuore e i vantaggi della telemedicina nei Paesi in via di sviluppo


Diciassette milioni di persone l’anno: è questa la drammatica cifra delle vittime di infarti e ictus. Sono nell’Unione europea, più di due milioni di persone muoiono ogni anno per le malattie cardio-cerebrovascolari e i costi diretti e indiretti arrivano ai 200 miliardi di euro. Sono i dati principali diffusi in occasione dell’odierna Giornata mondiale del cuore. Eliana Astorri ha chiesto al prof. Massimo Massetti, direttore dell'Unità Operativa complessa di cardiochirurgia del Policlinico Gemelli di Roma, di spiegare l’incidenza dello stile di vita sull’insorgere di tali patologie:RealAudioMP3

R. - Lei ha posto l’accento sulla prevenzione primaria, che è importantissima e quindi lo stile di vita, la cura dei fattori di rischio. Devo però dire che questo aspetto è ancora più importante, una volta realizzati gli interventi. Se noi, una volta fatto un bypass, non rispettiamo quello stile di vita e quel controllo dei fattori di rischio, anche questi bypass che abbiamo costruito con tanta cura, saranno soggetti ad una patologia molto rapida, che renderà chiaramente inutile l’intervento. Quindi, è oltremodo importante ricordare a tutti, ma soprattutto ai pazienti, che anche quando hanno subito un intervento cardiologico devono rispettare queste regole di base e controllare i fattori di rischio, perché questa è una garanzia, non solo per la durata del trattamento di cui hanno beneficiato, ma è soprattutto una garanzia per una qualità di vita futura.

In occasione della Giornata mondiale del cuore, la Federazione Italiana di Cardiologia ha tenuto una conferenza internazionale a Roma sul ruolo della telemedicina. Al convegno ha partecipato anche il ministro della salute della Zambia, il prof. Peter Mwaba che, insieme ai partner della Fondazione Nexus Mundi e Telecom Italia, ha presentato un progetto di telemedicina messo in atto nelle zone remote del Paese africano. Per conoscere i risvolti delle applicazioni in campo medico delle nuove tecnologie della comunicazione, Marco Guerra ha intervistato il prof. Lorenzo Rossano, dell’Università della California, esperto di telemedicina coinvolto nel progetto:RealAudioMP3

R. - La telemedicina grazie alle tecnologie moderne - quindi via satellitare, wireless, fibre ottiche e molte altre - attraverso l’utilizzo di un semplice computer e una videocamera permette di entrare nelle zone rurali, in via di sviluppo, non servite in maniera adeguata da servizi medici e di portare la medicina -anche specialistica- direttamente al paziente, al medico, o all’infermiera che provvede a dare servizio medico; usando la telemedicina come servizio diretto sul paziente di tutte le varie categorie della medicina specialistica, che possono essere portate direttamente da una parte lontana -che può essere un centro accademico, un’istituzione privata di medicina- nel piccolo ospedale, nel piccolo villaggio, nella piccola clinica. A volte, semplicemente con telefoni cellulari, si può avere la possibilità di comunicare con queste stazioni e con il resto del mondo.

D. - Quindi, si mette a disposizione il know-how di un’equipe medica, magari in Occidente, agli operatori sanitari sul posto?

R. - La politica migliore per ottenere questo risultato, è quella di togliere l’isolamento del medico rurale con il resto del mondo, ed avere un migliore accesso ai servizi di medicina, ai servizi di formazione, in modo che quest’ultimo che non si senta più isolato, e quindi che possa avere, con una grande efficienza, la formazione sulle nuove terapie mediche, sulla nuova diagnostica, in maniera simultanea, efficace, immediata e a basso costo.

D. - Quindi, questo progetto può essere riproposto, ed essere da esempio, per tutti i territori remoti dell’Africa e di altre parti del mondo, dove non ci sono le competenze sul posto, ma c’è la possibilità di raggiungere un operatore sanitario?

R. – Creando questo tipo di modelli, e facendo vedere che questi sono dei modelli sostenibili, si ha un effetto immediato sulla comunità in termini di ricaduta di investimenti dal punto di vista non solo delle strutture governative - nel quale assolutamente ci deve essere una comunione di intenti di missione - ma anche una ricaduta locale, dove la ritenzione dei medici locali, con la possibilità di poter usufruire di questi servizi di educazione, può far crescere nella zona locale e rurale, la qualità della vita e della salute nella popolazione. Si può parlare di portare le conoscenze a quel livello sanitario che vuole prevenire le malattie, anziché intervenire tardi. Questo ha un riflesso economico immediato di grande portata.







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