2012-09-28 14:06:38

Somalia: cade Chisimaio, ultima roccaforte degli integralisti Shabab


In Somalia è stato inferto un duro colpo agli estremisti islamici di Al Shabab, legati ad Al Qaeda. Dopo aspri combattimenti, l’esercito keniano, che fa parte della missione Amison dell’Unione Africana, ha conquistato la città di Chisimaio, ultima roccaforte degli insorti. Si tratta di una fase importante per il Paese del Corno d’Africa che sta procedendo sulla strada della normalizzazione. Benedetta Capelli ha raccolto l’opinione di Angelo Masetti, portavoce del Forum Italia–Somalia:RealAudioMP3

R. - La cacciata di Shabab da Chisimaio è sicuramente un momento molto importante sulla strada per la stabilizzazione della Somalia. C’è da chiedersi se la conquista di Chisimaio sia definitiva perché non è la prima volta che la città vede la liberazione dai gruppi che la opprimono con atti di violenza e che poi hanno lasciato spazio ad altri gruppi. Dipende molto da quale sia la volontà internazionale di mantenere la zona sotto controllo, e portarla definitivamente sotto il controllo del governo legittimo.

D. - Gli Shabab, nelle scorse settimane, hanno compiuto una serie di attacchi; hanno quindi alzato il tiro minacciando i parlamentari. Cosa sta accadendo all’interno di questo movimento?

R. - Il movimento di Al Shabab evidentemente si sente in pericolo perché il vertice dello Stato somalo è praticamente cambiato in maniera radicale. La questione da verificare è se il nuovo presidente, che proviene da un gruppo chiamato Al Islah - la branca somala dei Fratelli musulmani - avrà la forza, la volontà e la capacità di prendere le distanze da movimenti islamisti più radicali e capire poi se avrà il sostegno internazionale sia dal punto di vista finanziario che da quello militare.

D. - Quest’ultima cosa è uno degli ostacoli nel processo di stabilizzazione del Paese o ce ne sono anche altri?

R. - Il processo di stabilizzazione del Paese è sempre stato difficile perché le interferenze dall’estero sulla realtà somala sono state forti ed estremamente invasive. Un’altra questione che dobbiamo tenere sott’occhio è l’utilizzo dei fondi internazionali. Alcuni mesi fa, è uscito un rapporto delle Nazioni Unite sulla Somalia che ha denunciato la sparizione di grandi quantità di denaro e di aiuti internazionali. Fonti somale denunciano poi che i soldi non solo vengono spesi male in Somalia ma ne arrivano molto meno di quelli che dovrebbero arrivare. Purtroppo la crisi somala che dura da 22 anni ha reso felici, in termini economici e di corruzione, tantissime persone, molte delle quali non sono somale e non sono in Somalia.

D. - All’Onu, in particolar modo il premier italiano Monti ha ribadito che è necessario non sottovalutare la Somalia, la stabilità di questo Paese è infatti fondamentale per la sicurezza globale...

R. - La Somalia è fondamentale per la sicurezza dell’Africa Sub-Sahariana. Fino all’arrivo di Al Shabab, in Somalia non esistevano gruppi integralisti o islamisti violenti. Nel Paese si è lasciato crescere Al Shabab, mantenendo quest’ultimo al sicuro da qualsiasi tipo di minaccia che tendesse a reprimerlo. Dopo di che Al Shabab -ovviamente alimentato da Paesi stranieri- ha continuato a crescere, ad aumentare la propria forza, ed è diventato un pericolo anche per altri Paesi, perché è noto che in Somalia, nei territori controllati da Al Shabab, vengono addestrati anche altri islamisti che compiono attentati in altri Paesi africani, come ad esempio i Boko Haram.

D. - Ad oggi che Paese è la Somalia? Questa presa di Chisimaio fa un po’ sperare per il futuro?

R. - Sicuramente sì. Però dobbiamo domandarci: gli Al Shabab che stanno abbandonando ordinatamente Mogadiscio, dove vanno a finire? Andranno a finire in altre parti remote della Somalia. E la domande è: il governo legittimo, verrà messo nelle condizioni di poter porre sotto il suo controllo queste zone? Se non rispondiamo a questo tipo di domande, la presa di Chisimaio potrebbe essere qualche cosa di estremamente futile.







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