2012-09-28 12:39:19

Lettera pastorale dei vescovi cileni. Mons. Ezzati: più giustizia e solidarietà nel Paese


"Umanizzare e condividere in forma equa lo sviluppo del Cile": è il titolo della nuova Lettera Pastorale della Conferenza episcopale locale presentata giovedì scorso, presso l’Università cattolica nella capitale cilena, da mons. Ricardo Ezzati Andrello, arcivescovo di Santiago e presidente dei vescovi del Paese. Il presule – riferisce l’Agenzia Fides - ha ribadito ancora una volta la richiesta di perdono a quanti sono stati oggetto di abusi sessuali da parte di sacerdoti e religiosi. La Chiesa – ha detto - ha perso credibilità a causa delle nostre debolezze e mancanze". "Noi siamo i primi a dover essere evangelizzati. Dobbiamo rivedere i nostri comportamenti personali e le strutture della Chiesa: la modalità di esercitare il nostro sacerdozio, le forme di partecipazione, il posto dato ai laici, in particolare alle donne. E' necessario riesaminare la nostra predicazione e i nostri sistemi educativi per vedere quali valori riusciamo a trasmettere". La Lettera pastorale tocca anche le questioni economiche ricordando che lo sviluppo non deve dimenticare i più poveri. Ascoltiamo in proposito mons. Ricardo Ezzati intervistato da padre Hugo Guillermo Ortiz:RealAudioMP3

R. – Noi vogliamo dire con molta forza che lo sviluppo vero significa la crescita di tutte le persone e di tutta la persona, e che questo sviluppo implica anche la giusta partecipazione di tutti alle risorse del Paese e quindi una dimensione sociale molto forte. Uno sviluppo che vogliamo che arrivi a tutti in modo giusto ed equo. Lo chiediamo a partire dalla coscienza di essere vescovi e membri di una Chiesa che vede nella carità, nella giustizia e nella solidarietà un compito urgente nel mondo di oggi.

D. – Qual è il vostro appello?

R. – La Chiesa invita i cristiani, ma anche coloro che vivono insieme con noi – uomini e donne di buona volontà – a guardare a Gesù Cristo, al Vangelo e a capire da Gesù Cristo e dal Vangelo quali siano le luci e le forze che Gesù e il Vangelo ci offrono per un vero sviluppo. Quindi possiamo dire che Gesù Cristo e il Vangelo ci aiutano a capire la dignità della persona umana, di ogni persona umana fin dal suo concepimento e fino alla morte naturale; Gesù e il suo Vangelo ci invitano a cambiare l’individualismo con un amore ed una solidarietà fattivi; Gesù Cristo e il Vangelo ci aiutano a capire il valore del servizio, di tutto ciò che è gratuito nella vita delle persone e della società. Gesù Cristo e il Vangelo ci aiutano a riscoprire e ad incontrare più profondamente il senso della vera libertà a cui aspiriamo; ci invitano anche a capire e ad affrontare il dolore, la debolezza e anche le cose che non ci piacciono. Gesù Cristo ci invita a guardare e ci invita a camminare sulla strada della dignità del lavoro umano, ci invita a guardare ai processi educativi con molta attenzione in modo tale che sia tutta la persona l’oggetto ed il fine di ogni compito educativo. E infine, Gesù Cristo – in una società pluralista – ci invita anche a guardare e a fondare la vita sociale su valori solidi.

D. – La Chiesa, dunque, si mette al servizio del Paese …

R. – E’ un servizio che vuole essere umile, ma anche un servizio che offriamo a fronte alta, sicuri che il Vangelo e la Persona del Signore siano indispensabili per un vero e grande sviluppo di tutta la nazione e di ogni persona. Ecco, in sintesi, vogliamo che il nostro Paese sia un Paese più cristiano, più felice, un Paese nel quale ci sia più giustizia, più fraternità, più solidarietà e più speranza.

Ultimo aggiornamento: 29 settembre 2012







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