Lettera pastorale dei vescovi cileni. Mons. Ezzati: più giustizia e solidarietà nel
Paese
"Umanizzare e condividere in forma equa lo sviluppo del Cile": è il titolo della nuova
Lettera Pastorale della Conferenza episcopale locale presentata giovedì scorso, presso
l’Università cattolica nella capitale cilena, da mons. Ricardo Ezzati Andrello, arcivescovo
di Santiago e presidente dei vescovi del Paese. Il presule – riferisce l’Agenzia Fides
- ha ribadito ancora una volta la richiesta di perdono a quanti sono stati oggetto
di abusi sessuali da parte di sacerdoti e religiosi. La Chiesa – ha detto - ha perso
credibilità a causa delle nostre debolezze e mancanze". "Noi siamo i primi a dover
essere evangelizzati. Dobbiamo rivedere i nostri comportamenti personali e le strutture
della Chiesa: la modalità di esercitare il nostro sacerdozio, le forme di partecipazione,
il posto dato ai laici, in particolare alle donne. E' necessario riesaminare la nostra
predicazione e i nostri sistemi educativi per vedere quali valori riusciamo a trasmettere".
La Lettera pastorale tocca anche le questioni economiche ricordando che lo sviluppo
non deve dimenticare i più poveri. Ascoltiamo in proposito mons. Ricardo Ezzati
intervistato da padre Hugo Guillermo Ortiz:
R. – Noi vogliamo
dire con molta forza che lo sviluppo vero significa la crescita di tutte le persone
e di tutta la persona, e che questo sviluppo implica anche la giusta partecipazione
di tutti alle risorse del Paese e quindi una dimensione sociale molto forte. Uno sviluppo
che vogliamo che arrivi a tutti in modo giusto ed equo. Lo chiediamo a partire dalla
coscienza di essere vescovi e membri di una Chiesa che vede nella carità, nella giustizia
e nella solidarietà un compito urgente nel mondo di oggi.
D. – Qual è il vostro
appello?
R. – La Chiesa invita i cristiani, ma anche coloro che vivono insieme
con noi – uomini e donne di buona volontà – a guardare a Gesù Cristo, al Vangelo e
a capire da Gesù Cristo e dal Vangelo quali siano le luci e le forze che Gesù e il
Vangelo ci offrono per un vero sviluppo. Quindi possiamo dire che Gesù Cristo e il
Vangelo ci aiutano a capire la dignità della persona umana, di ogni persona umana
fin dal suo concepimento e fino alla morte naturale; Gesù e il suo Vangelo ci invitano
a cambiare l’individualismo con un amore ed una solidarietà fattivi; Gesù Cristo e
il Vangelo ci aiutano a capire il valore del servizio, di tutto ciò che è gratuito
nella vita delle persone e della società. Gesù Cristo e il Vangelo ci aiutano a riscoprire
e ad incontrare più profondamente il senso della vera libertà a cui aspiriamo; ci
invitano anche a capire e ad affrontare il dolore, la debolezza e anche le cose che
non ci piacciono. Gesù Cristo ci invita a guardare e ci invita a camminare sulla strada
della dignità del lavoro umano, ci invita a guardare ai processi educativi con molta
attenzione in modo tale che sia tutta la persona l’oggetto ed il fine di ogni compito
educativo. E infine, Gesù Cristo – in una società pluralista – ci invita anche a guardare
e a fondare la vita sociale su valori solidi.
D. – La Chiesa, dunque, si mette
al servizio del Paese …
R. – E’ un servizio che vuole essere umile, ma anche
un servizio che offriamo a fronte alta, sicuri che il Vangelo e la Persona del Signore
siano indispensabili per un vero e grande sviluppo di tutta la nazione e di ogni persona.
Ecco, in sintesi, vogliamo che il nostro Paese sia un Paese più cristiano, più felice,
un Paese nel quale ci sia più giustizia, più fraternità, più solidarietà e più speranza.