2012-09-26 14:12:50

Pakistan: caso Rimsha “pietra miliare per fermare gli abusi e promuovere pace e tolleranza”


Riprenderà il 1° ottobre il processo a carico di Rimsha, la bambina pakistana di 14 anni che soffre di ritardo mentale, accusata nelle scorse settimane di blasfemia per aver bruciato alcune pagine del Noorani Qaida, un libro utilizzato per apprendere le basi dell’arabo e del Corano, accusa poi rivelatasi infondata. Tutto il fascicolo è stato trasferito al tribunale minorile. Nei giorni scorsi, come riportato dall’agenzia AsiaNews, la polizia ha depositato il fascicolo di inchiesta relativo al caso della bambina dal quale emerge che non ci sono né indizi, tantomeno prove o testimonianze di colpevolezza a suo carico. In molti, però, chiedono il proscioglimento immediato della bambina. Fra questi, mons. Rufin Anthony, vescovo della capitale pakistana, che afferma che “tutte le accuse a suo carico vanno fatte cadere”. Il prelato si interroga anche sul perché, “se non ci sono prove contro Rimsha il caso è stato trasferito al giudice del tribunale minorile”. La situazione relativa alla convivenza tra diverse culture e religioni in Pakistan si fa sempre più delicata, ma il vescovo sottolinea come questa vicenda dovrebbe essere usata “come pietra miliare per fermare gli abusi commessi in nome della blasfemia. È tempo – conclude il vescovo – di promuovere pace e tolleranza”. (L.P.)







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