Le difficoltà dell'Onu di fronte alla crisi siriana e alle altre emergenze internazionali
I lavori dell’Assemblea Generale dell’Onu stanno mettendo in evidenza le difficoltà
che incontra questa istituzione. Di fronte alla crisi siriana e alle altre emergenze
internazionali emergono forti contrasti, posizioni inconciliabili e, comunque, decisioni
che poco influiscono sull’organo esecutivo dell’Onu, che è il Consiglio di Sicurezza,
gestito ancora dalle potenze vincitrici nella Seconda Guerra Mondiale. Giancarlo
La Vella ne ha parlato con Luigi Bonanate, docente di Relazioni Internazionali
all’Università di Torino:
R. - L’Assemblea
Generale dell’Onu è oggi lo specchio di una situazione veramente inaccettabile. Abbiamo
il problema della “primavera araba” di fronte al quale l’Occidente è stato di un’inettitudine
e di un’incapacità incredibili. E non mi riferisco solo alla decisione su un possibile
intervento militare, ma alla mancanza di sensibilità morale. E’ un momento straordinario
della storia del mondo ex coloniale. Stiamo assistendo, più o meno, alla storica nascita
di Stati autonomi, sovrani e indipendenti… Ebbene, potevamo metterci un pochino più
di passione, di intensità, di amicizia, di aiuto e di accoglienza.
D. - Come
potrebbe essere una nuova organizzazione delle Nazioni Unite, considerando che il
mondo non è più quello della fine della Seconda Guerra Mondiale?
R. - I problemi,
in realtà, non stanno dentro l’Onu; il problema è l’atteggiamento degli Stati. Io
l’Onu l’ho sempre ritenuta una grande e importantissima istituzione, talvolta è servita
a qualcosa, ma non possiamo dimenticare che chi parla al palazzo di Vetro lo fa sempre
in rappresentanza del proprio Stato o organismo, cosicché, se l’Onu non funziona,
non è colpa di questa istituzione, ma è colpa di chi sta fuori e dà determinati ordini
ai suoi diplomatici. Siamo noi, tutti gli Stati del mondo, che non abbiamo la volontà
di fare dell’Onu quello che potrebbe essere, e cioè uno strumento straordinario. Certo,
non è una realtà che potrebbe risolvere tutto - ci mancherebbe! - ma potrebbe creare
un tessuto condiviso internazionale tra comunità giuridiche. Invece, tutti gli Stati
del mondo hanno violato qualcuna delle delibere dell’Onu. E allora, quando le cose
vanno così, diventa difficile che le Nazioni Unite possano conseguire dei risultati
positivi.
D. - Di fronte al sangue che scorre in Siria, bisognerebbe veramente
fare qualcosa che non si riesce a fare…
R. - Purtroppo non è la prima volta
che succedono cose di questo tipo! La politica internazionale e, dunque, l’attenzione
va rivolta tutti i giorni verso le crisi internazionali. Se noi siamo così distratti
e ci interessiamo così poco delle cose del mondo, è evidente che quando scoppia una
crisi non siamo in grado di intervenire, perché siamo impreparati o pensiamo che le
soluzioni siano soltanto l’intervento militare o le sanzioni economiche. Adesso, è
terribile ed è una sofferenza per tutti noi, come essere umani, vedere che cosa succede
in Siria, ma che cosa possiamo fare? Potremmo soltanto intervenire con le armi e intervenire
con le armi vorrebbe dire aggiungere male al male!