Brahimi all'Onu: guerra civile in Siria quasi senza via d’uscita
Per la crisi siriana non ci sono prospettive o soluzioni a breve termine. Questa la
lapidaria definizione del mediatore internazionale Lakhdar Brahimi, intervenuto ieri
all’Assemblea Generale dell’Onu sulle possibili vie d’uscita alla guerra civile in
Siria. Da New York, Elena Molinari:
"Non
ci sono prospettive di breve termine per una soluzione della crisi" in Siria, dove
la situazione militare e umanitaria sta peggiorando. Ha descritto un quadro a tinte
fosche Lakhdar Brahimi, inviato di Onu e Lega Araba in Siria. Brahimi ha riportato
che cinquemila elementi stranieri combattono nel Paese, dalla parte dei ribelli e
ha spiegato che le torture e le detenzioni sono diventate "routine" in Siria dove
i civili hanno paura di andare a farsi curare negli ospedali. L’inviato ha stimato
in un milione e mezzo il numero di siriani che hanno abbandonato le loro case.Il diplomatico
algerino ha convenuto sulla necessita’ di "una soluzione politica che soddisfi le
richieste legittime del popolo". Anche perche’ "l’aggravarsi della crisi in Siria
rappresenta una crescente minaccia per la pace e la sicurezza regionale". Brahimi
ha spiegato che per il regime di Assad, il conflitto in corso e’ una "cospirazione
straniera". "Non ho un piano completo sulla Siria per il momento – ha ammesso Brahimi
–, ma ho alcune idee, e dopo alcuni incontri a New York tornero’ nella regione per
farmi un’idea globale su come agire".
E ieri in Siria è stata un’altra giornata
di gravi violenze con la situazione umanitaria che diventa sempre più preoccupante.
Ci riferisce Marina Calculli: I bombardamenti
su Aleppo non risparmiano neppure i quartieri residenziali. Qui almeno tre bambini
di una stessa famiglia sono stati uccisi ieri mentre la loro casa veniva colpita dall’alto.
Ma le bombe dell’aviazione hanno raggiunto anche le regioni tradizionalmente ribelli
di Idlib e Deir al-Zor. Sono ancora diverse decine le persone che ieri hanno perso
la vita in Siria, mentre l’emissario internazionale Lakhdar Brahimi da New York avvertiva
il mondo sul deterioramento irrefrenabile di questa guerra civile. E alle parole di
Brahimi ha fatto quasi da eco la pubblicazione del nuovo rapporto di Save the Children
a proposito delle torture sui bambini siriani. Sigarette spente sulla pelle dei piccoli,
spesso costretti a trascorrere diverse ore accanto a cadaveri in decomposizione o
ad assistere alle torture di loro coetanei. Un diverso allarme viene lanciato invece
da parte del gruppo per la salvaguardia del patrimonio: secondo l’organizzazione,
i militari di Assad starebbero saccheggiando i siti archeologici e i musei del paese.
Intanto ieri altri 200 soldati hanno defezionato fuggendo verso la Giordania.