Africa Centrale: i vescovi condannano le violenze in Congo e lanciano un appello di
pace
Una “condanna inequivocabile” di ogni genere di violenza ed un appello accorato alla
pace e al dialogo: questo, in sintesi, il contenuto della dichiarazione dell’Associazione
delle Conferenze episcopali dell’Africa Centrale (Aceac). Il testo fa riferimento
agli scontri che stanno devastando la Repubblica Democratica del Congo, in particolare
la regione del Nord Kivu, teatro delle rivendicazioni dei ribelli appartenenti al
movimento “M23”. Nella dichiarazione, a firma del presidente dell’Aceac, mons. Simon
Ntamwana, la Chiesa “deplora le molteplici conseguenze di atti che attentano atrocemente
alla dignità della persona umana: uccisioni, violenze, arruolamento di bambini nell’esercito,
trasferimenti forzati della popolazione, campi-profughi inospitali, sfruttamento anarchico
delle risorse naturali per finanziare facilmente la guerra”. Di qui, l’esortazione
“ai dirigenti dei Paesi della regione dei Grandi Laghi” affinché intraprendano “senza
indugi iniziative di dialogo, in vista di una valutazione prudente delle richieste”
avanzate dalle parti in causa, guardando “alle leggi che garantiscano la pace, la
convivenza armoniosa e la riconciliazione dei popoli”. Un ulteriore appello viene
lanciato alla comunità internazionale, affinché non cessi di “impegnarsi nelle zone
di conflitto”, aiuti i governi locali ad “amministrare le popolazioni secondo la giustizia
ed il diritto, fattori fondamentali per arginare le frustrazioni e le discriminazioni
di ogni genere” e “prevenga i conflitti grazie a meccanismi appropriati e non violenti,
favorendo il dialogo tra le parti in causa”. L’Aceac, poi, si rivolge alla Chiesa
cattolica, raccomandando “la proclamazione della verità del Vangelo in completa libertà
di fronte al mondo della politica”; al contempo, i fedeli laici vengono esortati “a
formare la loro coscienza cristiana approfondendo la conoscenza biblica e la Dottrina
sociale della Chiesa, così da difendere meglio la giustizia e la pace e promuovere
la riconciliazione”. Esprimendo, inoltre, “vicinanza spirituale” a tutte le vittime
delle violenze, i vescovi dell’Africa Centrale chiedono alla Caritas locale di “organizzare
una colletta in favore dei rifugiati congolesi in Rwanda, Burundi e Tanzania, per
la prima domenica di Avvento, che cade il 2 dicembre, in concomitanza con la Giornata
di preghiera per la riconciliazione della regione dei Grandi Laghi”. (I.P.)