Pisapia: adozione da parte di coppie Gay. Forum Famiglie: in gioco lo sviluppo del
bambino
Fa discutere l’apertura del sindaco di Milano Pisapia alle adozioni da parte di coppie
omosessuali. “Meglio per un bimbo essere adottato da una coppia gay che rimanere orfano”,
ha detto il primo cittadino, sostenendo che è possibile essere ottimi o pessimi genitori
indipendentemente dall’orientamento sessuale. Secondo l’osservatorio sui Diritti
dei Minori, il tema delle adozioni non può diventare oggetto di contese politiche
perché in gioco vi è lo sviluppo dell'identità del bambino, che non può essere sacrificato
all'egoismo adulto''. Dello stesso avviso Francesco Belletti, presidente del
Forum delle Famiglie. Paolo Ondarza lo ha intervistato:
R. - Credo che
si debba partire proprio dalla naturalità, dall’origine dell’essere genitori: dare
la vita nasce proprio nel maschile e nel femminile. L’incontro della diversità genera
una nuova vita e questo sia biologicamente, sia culturalmente. L’identità del bambino
e della bambina - la sua stessa identità sessuale, il suo maschile ed il suo femminile
- sono rinforzati dall’incontro dialettico con il riconoscimento di uno dei due genitori
e con la differenza dell’altro.
D. - A supporto di questo c’è una letteratura
scientifica?
R. -Sì, c’è una letteratura fondativa che è antropologica, ma
che è anche della psicanalisi, delle scienze psicologiche e documenta che il maschile
ed il femminile costruiscono il benessere, la stabilità della personalità. Da un lato
c’è questo, dall’altro quasi tutte le indagini disponibili oggi, sulla base del confronto
tra coppie omosessuali con figli, in contesti dove questo fenomeno è più diffuso –
vedi gli Stati Uniti - dicono che i figli in queste condizioni hanno indicatori di
benessere molto peggiori. Le loro storie di vita sono molto più complicate ed anche
la stabilità ed il benessere personale è messo a rischio.
D. - Il benessere
psicoemotivo?
R. - Sì, sono più esposti alla devianza, all’abuso di alcolici,
all’abuso di droghe, hanno percorsi di maturazione e di crescita più difficili, più
complicati. Lo stesso si può dire anche per i figli di famiglie separate, cioè: là
dove la principale risorsa del bambino - un papà ed una mamma - è messa in crisi,
è messa in discussione, si rompe ed è più fragile, lì la vita diventa più difficile.
D.
- C’è chi contesta quanto lei sta affermando dicendo: “Meglio per un bimbo essere
adottato da una coppia gay, che rimanere orfano senza genitori”…
R. - Da un
lato c’è del vero in questa affermazione, nel senso che le condizioni di istituzionalizzazione
sono disumane in molti Paesi del mondo: noi in Italia solo nel 2006 abbiamo fatto
una legge che chiudeva finalmente i classici istituti per minori. Dare una famiglia
ad un bambino corrisponde a garantirgli i suoi diritti. Dall’altro lato, proprio per
queste difficoltà e sofferenze di vita di questi bambini, mi sembra poco prudente
e poco adeguato dargli una situazione familiare incerta, come un genitore solo o come
una coppia di genitori dello stesso sesso.
D. - Non va dimenticato che tante
coppie eterosessuali, regolarmente sposate, non riescono ad adottare per varie ragioni:
difficoltà burocratiche ad esempio…
R. - Ci sono liste d’attesa molto lunghe,
ci sono anche iter burocratici molto forti, c’è proprio una criticità del sistema
Italia sulla lunghezza delle procedure che andrebbe rivista. Lo scenario mondiale
invece vede decine di milioni di bambini che vivono abbandonati o per strada o in
istituti con 500/600 posti letto, quindi, a livello mondiale si pone una sfida grandissima:
la grande sfida dell’accoglienza, del dare una famiglia ad ogni bambino. Però, io
credo che questo dibattito abbia purtroppo un avvelenamento iniziale, cioè troppo
spesso è usato per garantire il diritto delle persone omosessuali ad avere un figlio.
Io credo invece che non esiste un diritto degli adulti ad avere un figlio, esiste
solo l’interesse superiore del minore e questo lo dichiara anche la Dichiarazione
dei diritti del fanciullo, dell’89, proclamata dalle Nazioni Unite. E’ un diritto
di civiltà.