Monti all'Ocse: Italia in crescita. Per il premier la corruzione non è scusabile
Il 2013 sarà anno di crescita per l’Italia. Lo ha detto Mario Monti oggi, aprendo
a Roma la Conferenza Internazionale Ocse, alla presenza del segretario generale Gurria,
che ha incoraggiato il premier italiano, definendo coraggiose le decisioni del governo
per ciò che riguarda le riforme strutturali. Dall’Ocse è quindi arrivato un invito
a andare avanti, dando priorità ai tagli di spesa. L’economia italiana è destinata
a ripartire, il motore però si avvierà lentamente, ha aggiunto Monti. Condivide la
previsione il prof. LeonardoMorlino, docente di scienze politiche alla
Luiss di Roma. FrancescaSabatinelli lo ha intervistato: R. - È giusto
essere ottimisti, però facciamo un altro ragionamento importante in vista delle elezioni
di primavera. Prima che ci sia effettivamente un effetto crescita, ci vorrà del tempo.
L’effetto crescita da solo non porta -e questo lo sappiamo- un cambiamento nella percezione
positiva degli elettori nei confronti della democrazia. Perché ci sia questo cambiamento,
ci devono essere altri aspetti: la riduzione del debito o, per esempio, il miglioramento
della situazione della disoccupazione, aspetti che toccano più direttamente i cittadini.
Quindi, basta pensare a questo per dire quanto sia lunga la via che dobbiamo fare.
D.
- Il tema della corruzione è stato nelle parole di Monti, di Gurria. Per quest’ultimo,
la lotta alla corruzione deve essere una priorità per l’Italia, mentre Monti ha definito
non scusabile l’inerzia, in questo senso, di una parte della politica italiana …
R.
- Corruzione ed evasione fiscale non sono aspetti che si risolvono in un giorno. Anche
da questo punto di vista, la domanda del dopo Monti è una domanda fondamentale in
questi mesi, perché problemi come la corruzione o come l’evasione fiscale, non si
risolvono semplicemente con una legge; sono problemi in cui c’è un impegno continuo,
costante, che porta sia a fare le leggi che poi alla loro applicazione.
D.
- Monti ha dichiarato che gli italiani non sono ostili all’attuale governo, nonostante
le misure di rigore adottate. È così? Gli italiani hanno capito la necessità di dover
“tirare la cinta”?
R. - I dati di sondaggio sulla popolarità del governo Monti
sono buoni, però gli italiani sono tra i cittadini più insoddisfatti. Per avere dei
cittadini con un livello così forte di insoddisfazione dobbiamo guardare all’Ungheria.
Quindi, questo è un punto di fondo da cui partire. E questo, se analizziamo meglio
questi dati, può essere modificato solo quando si creano delle prospettive effettive.
Allora, Monti, nell’immediato dà una prospettiva effettiva e quindi abbiamo quella
popolarità, ma il dopo Monti come lo costruiamo? Gli italiani sono i più insoddisfatti,
quindi la popolarità di Monti conta fino ad un certo punto.