2012-09-24 08:19:12

Bielorussia. Osce: voto né libero né democratico


L'Osce, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, ha definito non libere e non democratiche le elezioni che si sono svolte ieri in Bielorussia, sostenendo che non c'è stata competizione sin dall'inizio. Scontato il risultato: voto plebiscitario a favore dei candidati vicini al presidente Lukashenko. Ciononostante non si registra nessuna protesta a Minsk. Due anni fa, quando si tennero le presidenziali, cominciarono subito veementi dimostrazioni di protesta, sedate con la forza dalla polizia. Adesso non è così anche perché l’esito di queste legislative è apparso scontato fin dall’inizio della consultazione con gli uomini vicini al presidente Lukashenko favoritissimi. Secondo i dati ufficiali della Commissione elettorale l’affluenza alle urne si è attestata al 74,3% degli aventi diritto. 109 mandati su 110 sono stati assegnati a partiti vicini a Lukashenko. Nessun deputato dell'opposizione è stato eletto. In una circoscrizione della regione di Gomel sarà necessario un secondo turno. I dati della Commissione elettorale sono contestati da parte dell’opposizione che afferma che l’affluenza alle urne non ha superato il 38%. Quindi il voto non avrebbe valore legale.

E per un’analisi della figura e della politica del presidente Lukashenko, l’uomo forte della Bielorussia, al potere da 18 anni, Cecilia Seppia, ha sentito Matteo Tacconi, giornalista esperto dell’Europa dell’Est: 00:03:35:88
R. - Sì, è un po’ il solito "copione bielorusso", con la differenza che stavolta l’opposizione non si presenta proprio alle urne e se si fosse presentata comunque sia avrebbe vinto non più di una manciata di seggi. Si profila, dunque, una netta vittoria delle forze vicine a Lukašhenko e il solito plebiscito un po’ alterato.
D. - A proposito di Lukashenko: che si può dire di un presidente definito dagli Usa “l’ultimo dittatore d’Europa”, della politica che porta avanti?
R. - La vita politica di Lukashenko oscilla un po’ tra il flirt con l’Unione Europea e i rapporti forti con la Russia. Cerca di restare al potere attraverso l’elargizione di favori, clientele, alza gli stipendi ogni volta che si tratta di votare... Il suo è un regime autoritario, di stampo paternalista. D'altronde, poi, abbiamo visto che quando l’opposizione - come nel caso delle presidenziali del 2010 - provò a indire delle proteste, venne immediatamente repressa.
D. - Tra l’altro, l’accusa dell’opposizione è che il potere di Lukashenko sopravviva grazie al sostegno di Mosca, ma anche grazie alla “mano morbida” dell’Unione Europea, che finora non ha mai imposto sanzioni di nessun tipo…
R. - Lukashenko sa benissimo che se Mosca entrasse un po’ troppo nell’economia bielorussa, se andasse in porto questo famoso progetto di unione statale russo-bielorussa - sul tavolo da anni - lui non sarebbe più un primo attore, ma scomparirebbe. E’ per questo che, intelligentemente, cerca periodicamente di sfilarsi un po’ dal controllo del Cremlino e cercare la sponda europea, perché d’altronde i soldi dell’Unione Europea e un po’ di appoggio commerciale gli torna utile. D’altro canto, è interesse dell’Ue, tramite l’esercizio del solito “soft power”, mantenere comunque una forma di rapporti con la Bielorussia, evitando che questa prenda totalmente la strada per Mosca.
D. - La comunità internazionale è preoccupata per lo sfociare di queste elezioni in proteste. C’è da dire che dal ’96, sia Unione Europea che Stati Uniti e l’Osce non riconoscono la validità di queste elezioni, segnate sempre da palesi brogli e da violazioni. Quindi, la posizione della comunità internazionale è abbastanza dichiarata?
R. – Sì, non è di vicinanza, però non è nemmeno di strappo traumatico, perché c’è la consapevolezza che comunque la Bielorussia è una nazione che ha una sua rilevanza strategica ed evitare che cada tra le braccia di Mosca è la politica che stanno perseguendo gli europei. Tra l’altro, in questo periodo c’è un rischio ancora più forte: che la Bielorussia venga assorbita dal Cremlino, perché il Paese sta fronteggiando una crisi economica che è sempre più severa e, contrariamente a quello che aveva fatto negli scorsi anni - cioè, farsi aiutare dalla Russia, ma non troppo - in questo caso c’è stato un vero e proprio “bailout”. Questo, potenzialmente, è abbastanza preoccupante. Io credo che Lukashenko avrà diversi problemi nei prossimi mesi, perché la pressione russa sulla Bielorussia sta diventando veramente forte.














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