Tiepide le reazioni di sindacati e partiti dopo il vertice sulla Fiat
All'indomani dell'incontro a Palazzo Chigi fra il governo e la Fiat sono tiepide le
reazioni dei sindacati e del mondo politico. C’è ancora molta incertezza sulla reale
volontà del Lingotto ad investire ancora in Italia. Servizio di Giampiero Guadagni:
Al
termine del lungo vertice di sabato in un comunicato congiunto la Fiat ha dichiarato
la volontà di salvaguardare la presenza in Italia - 5 stabilimenti, 23.700 dipendenti
- grazie all'export negli Stati Uniti e in altre aree extra europee, sostenendo le
difficoltà in Europa con gli utili prodotti altrove. Ma il Lingotto si riserva di
investire nei nuovi prodotti al momento più idoneo, quando il mercato europeo si sarà
ripreso. Questa prospettiva suscita qualche consenso e molti dubbi. Intanto nel sindacato.
Manca un piano di investimenti serio, la Fiat deve spiegare quali nuovi modelli intende
produrre, dice la Fiom Cgil. Più ottimista la Cisl: incontro positivo, Marchionne
ha confermato la presenza del Gruppo in Italia, sottolinea Bonanni che chiede alla
Fiat di incontrare subito anche i sindacati. Perplessità nel mondo politico. Il leader
Udc, Casini si dice contrario a ogni forma di incentivi a favore dell'azienda. Scettico
anche il segretario del Pd, Bersani: il problema Fiat rimane aperto, a preoccupare,
osserva, è una nuova stagione di ammortizzatori sociali costosi per i lavoratori e
per lo stato, senza una prospettiva sicura. Per Cicchetto, Pdl , è il momento di
superare le polemiche, ma l'azienda dovrà spiegare il progetto sostitutivo a Fabbrica
Italia.