Nuova sede a Roma della "Casa di Cristian", Centro Caritas per madri e bambini in
difficoltà
E' stata inaugurata domenica pomeriggio a Roma dal cardinale vicario Agostino Vallini,
la nuova sede della “Casa di Cristian”, comunità di accoglienza della Caritas diocesana
per mamme e bambini senza fissa dimora. La struttura, nata in occasione del Giubileo
del 2000, sarà ospitata nella sede delle suore “Figlie di Cristo Re”, nel quartiere
periferico romano di Tor Fiscale. Sulle attività e la storia di questo centro d’accoglienza,
Michele Raviart ha intervistato mons. Enrico Feroci, direttore della
Caritas diocesana di Roma:
R. – La “Casa
di Cristian” è una struttura che accoglie mamme e bambini. Questo servizio è iniziato
nel 2000, quando con l’Anno Santo, l’idea dell’accoglienza a Roma era molto forte,
soprattutto per le realtà di grande bisogno, di difficoltà. Nel nostro servizio notturno,
per essere vicini a coloro che vivono per la strada, abbiamo cominciato a notare che
c’erano anche mamme con bambini. Ora le figlie di Cristo Re che hanno una struttura
vicino la via Appia ci hanno messo a disposizione metà della loro casa.
D.
- Quante persone accoglie questa struttura?
R. – Attualmente abbiamo 10 mamme
con 17 bambini. Da lunedì, saranno 12 mamme e 21 bambini provenienti 5 dall’Italia
e altri da Marocco, Tunisia, Romania etc. I bambini vanno da un anno a 6 anni; poi
ci sono bambini di 9 anni, 11, 14 e 17. Dal primo gennaio ad oggi abbiamo accolto
27 mamme e 52 bambini. Abbiamo avuto 130 segnalazioni di situazioni di difficoltà.
D.
– Chi sono queste madri senza fissa dimora e come vengono in contatto con la realtà
della “Casa di Cristian”?
R. – Domenica scorsa, sono stato svegliato da una
persona che mi diceva che c’era una donna con un bambino fuori della parrocchia dove
io vivo e mi chiedeva cosa potessimo fare. L’ho accolta e l’ho portata nella “Casa
di Cristian”. Era una donna rumena, scappata da una situazione di grosse difficoltà,
dove veniva picchiata. Era con un bambino di un anno e mezzo, quasi due anni. Come
lei ce ne son tante altre… Storie di violenza familiare, sfratti, perdita di lavoro,
richiedenti asilo politico...
D. - Che tipo di assistenza viene offerto a
queste donne con bambini?
R. - Tutte le mamme con i bambini vengono accolte
e viene dato non solamente il cibo, ma anche supporto psicologico, possono uscire
a fare lavori e poi tornare, i nostri operatori come tanti volontari vengono e fanno
il servizio con questi bambini. Facciamo una rete di solidarietà intorno alla famiglia.
Un problema che noi ritroviamo è che quando poi escono purtroppo c’è una recidività,
quindi ritornano anche a distanza di poco tempo perché non ce la fanno ad andare avanti
da sole.
D. - Quali sono le migliorie di questa nuova struttura rispetto alla
precedente?
R. – Innanzitutto è più grande. Adesso ci sono nuclei che possono
vivere per conto loro, c’è anche un piano dove c’è una ludoteca, dove c’è un piccolo
teatrino, dove c’è una bel refettorio, c’è un giardino intorno. E’ una struttura che
dà un respiro più bello e più accogliente dove i bambini possono stare serenamente.