2012-09-21 08:12:56

In Sudafrica proseguono le proteste dei minatori. A Marikana si torna al lavoro


In Sudafrica proseguono le proteste dei minatori, per chiedere aumenti di salario. L’agitazione, segnata ieri da nuovi violenti scontri con la polizia e da 22 arresti, riguarda i dipendenti della Amplats. Intanto gli operai della Lonmin, i primi a scioperare ad agosto, sono tornati al lavoro dopo l’accordo sindacale che ha portato aumenti del 22%. Sulle ripercussioni politiche dell’intesa, raggiunta anche alla mediazione dei leader religiosi locali, uno di loro è il vescovo anglicano di Pretoria, mons. Jo Seoka. Ascoltiamolo al microfono di Linda Bordoni:RealAudioMP3

R. – My observation has been that...
Ho osservato davvero tanta gioia in loro per essere tornati a lavoro. Nessuno sembra essere stato riluttante nel farlo. Non credo che tutti siano felici, ma la maggioranza delle persone sono molto eccitate nel tornare a lavoro dopo sei settimane.

D. – A seconda della loro categoria, i minatori ricevono un aumento di stipendio differente: i trivellatori una percentuale più alta. Pensa che questa soluzione sia soddisfacente per tutti?

R. – Look, they got 22 per cent...
Hanno avuto un aumento del 22 per cento. In una situazione normale di aggiustamento di stipendio ciò sarebbe inusuale, ma questo è quello che hanno richiesto. E questo farà sì che sia molto difficile per l’industria, in futuro, gestire le richieste dei lavoratori al di fuori di una negoziazione.

D. – I minatori sono sempre stati strumentali ad un cambiamento in Sudafrica, mi sto riferendo al 1986, quando hanno intaccato il sistema dell’apartheid con le loro proteste. Pensa che questo avrà delle ripercussioni politiche?

R. – It has a political repercussion in various ways...
Ha avuto varie ripercussioni politiche. Una è stata quella del cambiamento della legislazione, riguardante le relazioni con i lavoratori del Paese. Secondo, il Foro governativo dovrà cambiare i suoi processi per rendere partecipi i sindacalisti. Tutto ciò ridefinisce il modo in cui il Ministero del Lavoro dovrà gestire queste questioni nel futuro. Poi, c’è il fatto che ci si aspetta dai ministri del governo che siano partecipi e che non parlino e basta. Durante questo sciopero, abbiamo chiesto al ministro del Lavoro di venire a parlare con gli scioperanti ed è stato molto di aiuto: gli hanno spiegato quali fossero i loro bisogni e hanno chiesto il suo intervento.







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