2012-09-21 15:49:52

Ilva: proteste dei lavoratori. L'arcivescovo di Taranto: cercare il bene comune


E' negativo il parere della Repubblica sul piano di investimenti da 400 milioni di euro presentato dall'Ilva di Taranto e, dunque, in linea con quello dei custodi che hanno bocciato le proposte dell'azienda. Lo si è appreso da fonti giudiziarie. I custodi giudiziali hanno anche precisato che le fermate devono partire dall’altoforno 1 e dalle batterie 5 e 6. Intanto, ieri si sono registrate proteste dei lavoratori all’interno dello stabilimento e sulla via Appia. Sulla situazione che si sta vivendo, Debora Donnini in mattinata ha raccolto il commento dell’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro:RealAudioMP3

R. – Mi sento molto preoccupato. Sono preoccupato sia per la situazione dei lavoratori, che vedono a rischio il loro posto di lavoro, sia per la situazione più generale che riguarda la difesa della vita, la difesa della salute e questo aumento delle malattie viste e dichiarate. Quindi, sono proprio giorni in cui la tensione sta tornando, come è stato nella seconda metà di agosto. L’obiettivo che io ho sempre cercato di tenere insieme è quello del bene comune: il bene comune, in primo luogo, si schiera a difesa della vita e della salute, perché la vita e la salute sono il primo bene. D’altro lato, vita e salute sarebbero minacciate da una disoccupazione di massa. Il momento è molto delicato, l’evoluzione è costante: un giorno c’è il provvedimento della magistratura, che noi rispettiamo, un altro il pronunciamento dei gestori, e l’altro giorno l’iniziativa dell’Ilva che, di fatto, sta mostrando segni positivi.

D. – Voi ritenete che da parte dell’azienda ci sia una disponibilità a salvare il lavoro di tante persone?

R. – C’è una disponibilità. Il presidente Ferrante sta dimostrando un nuovo atteggiamento con la città: un atteggiamento di attenzione, di simpatia, un atteggiamento di difesa del lavoro, ma anche un impegno ad adeguare gli impianti alle nuove indicazioni richieste. E’ chiaro che è insufficiente, perché ci vorrebbe una riduzione drastica. Secondo me, è ancora percorribile il cammino di non chiudere la produzione, di non sospenderla, facendo sforzi ulteriori affinché l’adeguamento degli impianti sia più completo.

D. – La Fim-Cisl chiede oggi che la produzione dell’Ilva, seppur minima, non cessi del tutto…

R. – Mi sembra una soluzione ragionevole: da un lato, che si possa diminuire fino ai limiti possibili, perché oltre un certo limite si chiude, arrivando a limiti di produzione più bassi e così si mantiene un filo aperto. Dall’altro lato, che l’impresa faccia molto di più di quello che ha fatto finora proprio per l’adeguamento degli impianti. E’ un cammino possibile.

D. – Di fronte a questa situazione drammatica per Taranto, per i lavoratori e per tanta gente, lei come vescovo che cosa vuole dire?

R. – Come vescovo, io sono al lato di chi soffre, da una parte come dall’altra. Quindi, come vescovo quello che io auspico è che la cosa si possa ancora comporre, affinché ci sia un clima di serenità e perché la persona sia valorizzata e gli interventi siano mirati al bene comune. Quindi, farò la settimana prossima, prima che venga fatta la nuova Aia – l’autorizzazione integrata ambientale – un momento di preghiera intenso per tutta la nostra diocesi. Quello che possiamo chiedere al Signore è che siano sensibilizzati tutti a cercare un cammino positivo per la città. Il problema non è solo di Taranto, ma della Puglia, dell’Italia e dell’Europa: che si possa passare da una situazione di emergenza come questa a una situazione che indica un cammino positivo per la produzione e per la difesa dell’ambiente, la difesa della vita in Puglia, in Italia e nella nostra Europa.

Ultimo aggiornamento: 22 settembre 2012







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