Sudafrica: dopo l’accordo raggiunto a Marikana, insorgono le altre miniere
L’accordo raggiunto per i minatori di Marikana non ha fermato le proteste in Sudafrica.
Ieri a Rustenburg, nel nord del Paese, una manifestazione è stata dispersa con la
forza dalla polizia. Il servizio è di Salvatore Sabatino:
E’ accaduto
ciò che si temeva. L’accordo raggiunto per i minatori di Marikana – il 22% di aumento
salariale – sta provocando un pericolosissimo effetto domino; perché i lavoratori
delle altre miniere chiedono, a questo punto, che i loro stipendi siano equiparati
a quelli della Lonmin, la società proprietaria di Marikana. La situazione più critica
si è vissuta ieri a Rustenburg, nel nord, dove la polizia ha fatto uso di proiettili
di gomma, gas lacrimogeni e di granate per disperdere i manifestanti, che si erano
uniti in modo ''illegale'', nei pressi di una miniera del produttore numero 1 di platino,
Amplats. L'azienda, filiale del gigante anglo-americano, aveva minacciato di licenziare
tutti gli operai se non avessero ripreso a lavorare. Di qui gli scontri con le forze
di sicurezza. Un singolo episodio che racconta, pero’, uno stato di tensione permanente,
che potrebbe far scoppiare proteste in altre miniere. Ed il timore è che possa ripetersi
un bagno di sangue, così come a Marikana, dove a perdere la vita sono stati complessivamente,
45 minatori.