2012-09-20 15:15:35

Islam: al-Azhar apprezza parole di padre Lombardi sul rispetto dei simboli religiosi


Le proteste musulmane per la vignette satiriche offensive pubblicate in Francia e il film blasfemo realizzato negli Stati Uniti: manifestazioni si sono tenute oggi in Pakistan, Afghanistan e in Nigeria, ma i timori maggiori sono per domani, venerdì, giorno di preghiera islamico. Mentre a Parigi è stata annullata la manifestazione di protesta contro il film americano, programmata per sabato, dal Cairo è giunto l’apprezzamento di al-Azhar, prestigiosa istituzione dell’islam sunnita, all’appello per il rispetto dei valori, dei simboli e dei testi sacri levato da padre Federico Lombardi dopo l'attacco al consolato americano in Libia. “Parole significative”, ha replicato il direttore della Sala Stampa vaticana riferendosi alle affermazioni di al-Azhar. “E' particolarmente importante – ha aggiunto – che il Papa abbia affermato in Libano che vi è un'impostazione positiva dei rapporti fra cristiani e musulmani”.

A Tripoli sono arrivate intanto le scuse delle autorità libiche all’America per la morte dell’ambasciatore Christopher Stevens, durante l'assalto al consolato Usa a Bengasi la scorsa settimana. Un assalto definito dalla Casa Bianca “atto terroristico”. E se da un lato continuano le polemiche per le vignette e per il film su Maometto, dall'altro si parla pure di difesa della libertà di espressione. Su questi temi, Benedetta Capelli ha intervistato Renzo Guolo, docente di Sociologia delle religioni presso l'Università di Padova :00:02:56:50

R. – Si confrontano due diverse visioni, anche del mondo, rispetto alla libertà di espressione e invece la tutela delle religioni. Chi ha messo in onda il filmato sul profeta qualche settimana fa, o chi oggi ripropone le vignette su Maometto, va a violare il principio dell’etica della responsabilità a favore dell’etica della convinzione, più o meno discutibile che sia. Credo si possa sostanzialmente discutere di religioni, ma senza dileggiarle. Oltretutto, in un momento così difficile della congiuntura internazionale, è chiaro che questo significa soffiare sul fuoco. E’ difficile da comprendere per noi in Occidente, ma per buona parte del mondo islamico è assolutamente non comprensibile come dei governi non possano censurare la distribuzione di film o la pubblicazione di vignette. Evidentemente, qui ci riferiamo a un concetto di libertà molto diverso. Del resto, gli strumenti per opporsi ci possono essere. L’atteggiamento francese è quello che invita, chi si fosse sentito offeso, a procedere per via giudiziaria anziché appunto manifestare, un atteggiamento che fa riferimento ad una concezione liberale dei diritti. Si tratterà di capire appunto come queste due concezioni potranno trovare una composizione essenziale, la cui responsabilità sarà quella di affrontare questioni che riguardano la religione, al di là della questione islamica in sé, con appunto grande rispetto e attenzione. Dopo di che, tutto si può discutere.

D. – Secondo alcune fonti, ci sarebbero diversi Paesi, anche la Lega Araba, l’Unione Africana, che stanno avviando dei contatti per rendere, ad esempio, la blasfemia, l’oltraggio e i simboli religiosi un crimine a livello planetario. Secondo lei, questa è una strada percorribile che potrebbe contrbuire ad allentare le tensioni?

R. – Realisticamente, penso sia abbastanza complicato. Se pensiamo a un Paese come la Francia o come gli Stati Uniti, dove il primo emendamento della Costituzione garantisce la libertà di espressione totale – per cui quando il reverendo Jones brucia il Corano nessuna autorità può impedirglielo e al massimo può infliggergli una multa per incendio non autorizzato – si capisce come le concezioni della libertà siano parecchio diverse e una discussione di questo tipo rischia ancora una volta di produrre divisione. Ci sono però anche legislazioni che hanno strumentazioni diverse. Io penso che il quadro vada trovato all'interno di una legislazione nazionale, che permetta di distinguere nettamente ciò che è libertà di opinione da quello che invece è offesa gratuita.







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