2012-09-20 11:43:46

In Francia si temono disordini dopo le vignette satiriche su Maometto


Tensione in Francia dopo la pubblicazione delle vignette satiriche su Maometto. Si temono violenze domani nel giorno del venerdì di preghiera islamico. Intanto sul film americano ritenuto blasfemo su Maometto è intervenuto anche il segretario generale dell’Onu. Ce ne parla Benedetta Capelli:00:00:51:94
Scandaloso e vergognoso. Così Ban Ki-moon ha definito il film su Maometto che ha provocato violenze in diversi Paesi arabi. Poi, riferendosi alle vignette pubblicate in Francia, il segretario generale dell’Onu ha ribadito il diritto inalienabile alla libertà di espressione ma ha lanciato un appello perché non diventi un pretesto per “umiliare gli altri nei loro valori e credenze”. Intanto si temono disordini domani, venerdì di preghiera islamico, tanto che la Francia ha ordinato la chiusura delle sue ambasciate in almeno 20 Paesi. Sulla stessa linea gli Stati Uniti, domani la sede diplomatica a Giacarta e quelle di altre città dell’Indonesia resteranno chiuse. In Afghanistan si registrano nuove manifestazioni di protesta, in piazza a Kabul sono scesi centinaia di afghani, alcuni hanno bloccato il traffico cittadino scandendo slogan contro gli americani ed i francesi. Dopo il settimanale Charlie Hebdo, una rivista satirica tedesca Titanic ha annunciato per fine mese la pubblicazione di una copertina con una caricatura di Maometto.

Su quanto sta accadendo in Francia e sulle violenze scatenate dal film su Maometto, ascoltiamo al microfono di Benedetta Capelli l'opinione dello scrittore musulmano iracheno Younis Tawfik, docente di cultura araba all’Università di Genova:

R. - Innanzitutto, io come scrittore e uomo di cultura detesto qualsiasi uso della creatività, dell’arte, per offendere le religioni, qualsiasi essa sia. Noi musulmani non siamo abituati a questo tipo di blasfemia. Condanno fermamente le violenze che vengono poi strumentalizzate per portare avanti progetti ben disegnati. Per cui, possiamo protestare e dimostrare il nostro disdegno, ma ovviamente senza ricorrere alle violenze.

D. - Cosa urta la sensibilità dei musulmani e secondo lei dietro tutto questo c’è anche un diffuso sentimento antiamericano?

R. - Forse noi, a differenza degli occidentali, abbiamo ancora più venerazione nei confronti di certe figure - in questo caso Dio ed il suo profeta e tutti gli altri profeti menzionati nel Corano - e questo urta i sentimenti quanto urta il credo di per sé. Abbiamo questa sensazione che qualcuno lo faccia appositamente, cerca di offendere per creare lo scontro. Per quanto riguarda invece gli Stati Uniti d’America, questo è un argomento molto lungo e spinoso: oggi, gli Stati Uniti d’America vengono accusati di essere innanzitutto il protettore in assoluto di Israele, vengono considerati come nuovo rappresentante dell’Occidente colonialista, in questo caso imperialista.

D. - Sulle vignette satiriche in Francia, il settimanale in questione aveva già pubblicato nel 2006 le caricature apparse sulla stampa danese. Le chiedo: dove finisce la libertà di espressione?

R. - Dal mio punto di vita, si sta assistendo ad una decadenza della civiltà occidentale, perché la libertà di espressione deve avere già un limite etico suo e questo non lo vedo assolutamente. La mia libertà si ferma dove inizia quella dell’altro. Posso dire che l’ultimo viaggio del Papa in Libano è stato un segno straordinario da parte della Chiesa Cattolica nei confronti del mondo musulmano, abbiamo visto come il Papa è stato ricevuto. È stato un grande segnale, una grande lezione che è stata data. Ma mi chiedo: come mai le persone colte, gli intellettuali, i governi occidentali non sostengono questa linea del Papa per arrivare poi a una riconciliazione con il mondo musulmano.

D. - Allora non sarebbe il caso di abbassare i toni?

R. - Ripeto: il discorso del Papa, il suo viaggio è già un passo gigantesco che è stato fatto nei confronti del mondo islamico. Ma se questo non viene sostenuto, ovviamente non avrà poi modo di andare avanti. E’ necessario però che il passo sia collettivo e da ambedue le parti.







All the contents on this site are copyrighted ©.