Turchia: il governo finanzia i restauri della chiesa rupestre di San Pietro ad Antiochia
Domenica scorsa, alla presenza del ministro turco della giustizia Sadullah Ergin,
è iniziato il restauro della chiesa rupestre di San Pietro ad Antiochia. Lo conferma
all’agenzia Fides il francescano cappuccino padre Domenico Bertogli, parroco della
locale chiesa cattolica di rito latino, curatore del periodico intitolato «Cronaca
di Antiochia ». I lavori, finanziati dalle istituzioni pubbliche turche, dureranno
circa un anno, secondo un progetto approvato dalla direzione regionale dei monumenti
storici della provincia di Adana. La parte più impegnativa dell’opera di restauro
consisterà nella messa in sicurezza della chiesa e dell’intera area. Il monte Silpius,
sul cui fianco si apre quella che è conosciuta anche come la Grotta di San Pietro,
è una montagna friabile e si sta sgretolando. Cresce il pericolo di caduta massi.
Per questo tutta la grotta sarà ‘ingabbiata’ con travi di acciaio, verrà ripulita
internamente e verranno realizzate anche misure di protezione per i mosaici. Nell’area
sottostante alla Grotta è prevista la realizzazione di un parcheggio con bar e alcuni
negozi di souvenir per turisti e pellegrini. Dal 1967, per volere di Papa Paolo VI,
si può lucrare l’indulgenza plenaria visitando in pellegrinaggio la grotta santa,
unica traccia storica rimasta dell’antica Antiochia cristiana, la “Regina d’Oriente
che gareggiava con Roma”, Alessandria, Gerusalemme e Costantinopoli ai tempi della
Pentarchia. La chiesa rupestre conserva ancora la fisionomia che le diedero i crociati,
che conquistarono Antiochia nel 1098. Ma già i bizantini avevano trasformato in cappella
il luogo dove si incontravano i primi cristiani nei periodi di persecuzione, nella
città dove per la prima volta i discepoli di Gesù furono chiamati cristiani e dove
fu Vescovo san Pietro, prima di venire a Roma. Lo stato di abbandono della Grotta
di Pietro, reso ancora più avvilente da rozzi restauri precedenti, era stato segnalato
negli ultimi lustri dalle comunità cristiane della città. In tempi recenti sono comunque
aumentati i pellegrinaggi e anche le Messe e le celebrazioni ecumeniche, officiate
nell’umida e malmessa chiesa rupestre. Patriarchi e Vescovi sono sempre presenti alle
celebrazioni che vi si svolgono in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo.
Padre Bertogli smentisce le voci circolate sulla stampa turca secondo cui in tempi
recenti sarebbero aumentate le difficoltà burocratiche per accedere alla grotta da
parte dei gruppi di pellegrini: “Ora l’area verrà chiusa per i restauri. Ma finora
bastava semplicemente dare avvertenza previa alla polizia e alle istituzioni competenti
che si intendeva visitare la Grotta e celebrarvi la Messa. Per lo Stato turco essa
è semplicemente una succursale del museo di Antiochia. Normalmente, per accedervi,
occorre pagare il biglietto. Sarebbe bello che in futuro si tenesse sempre più in
conto che quel luogo è una importante memoria cristiana, riservandolo al culto per
le comunità cristiane”. (R.P.)