2012-09-19 14:45:31

Sudafrica: raggiunto l'accordo nella miniera di Marikana


I minatori in sciopero alla miniera di platino sudafricana di Marikana hanno accettato l'offerta di aumento salariale del 22% da parte della società Lonmin. Domani, riprenderanno le estrazioni. Le manifestazioni avevano provocato violenti scontri fra polizia e lavoratori, con decine di morti. Il servizio di Salvatore Sabatino:RealAudioMP3

E’ durato cinque settimane lo sciopero dei minatori della Lonmin, a Marikana in Sudafrica. Cinque settimane contrassegnate da una forte tensione sociale. Tutto era iniziato a metà agosto, quando durante una manifestazione la polizia aveva ucciso 34 minatori, che avevano incrociato le braccia per chiedere l'aumento del loro stipendio fino a 12.500 rand al mese, circa 1.200 euro, il doppio della paga che percepivano. Una macchia che rimarrà nella storia del Paese e che aveva causato una protesta dilagante: coinvolte altre miniere sudafricane, tra le quali la Amplat, il primo produttore al mondo di platino. Proprio qui, la situazione rischiava di precipitare, dopo che alcuni operai avevano organizzato blocchi stradali armati. Per fortuna tutto rientrato, grazie all’accordo raggiunto la scorsa notte, che prevede l’aumento del 22% del salario ed un pagamento una tantum di 250 dollari, come compenso dello sciopero.

A comunicare i termini dell’accordo, il vescovo anglicano Joe Seoka, presidente del Consiglio Mondiale delle Chiese del Sud Africa. E’ stato lui a condurre le trattative. “Avete vinto in quanto lavoratori”, ha detto davanti ad una folla di minatori festanti, riuniti nello stadio, aggiungendo che ci saranno ulteriori negoziati a ottobre, quando si discuterà di un ulteriore possibile aumento. Alla notizia dell'accordo il prezzo del platino è sceso del 2% dopo che dal giorno delle uccisioni, aveva guadagnato quasi tre punti percentuali. Lunedì il presidente del Sudafrica Jacob Zuma aveva dichiarato che a causa delle ripetute proteste degli ultimi mesi, l'industria mineraria nazionale aveva subito un danno di circa 415 milioni di euro.







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