Il Papa: l'esperienza di fraternità tra cristiani e musulmani in Libano, segno profetico
di pace per il mondo
Benedetto XVI, durante l’udienza generale nell’Aula Paolo VI in Vaticano, ha ripercorso
le principali tappe del suo recente viaggio in Libano: “un viaggio – ha sottolineato
- che ho fortemente voluto, nonostante le circostanze difficili, considerando che
un padre dev’essere sempre accanto ai suoi figli quando incontrano gravi problemi.
Sono stato mosso dal vivo desiderio di annunciare la pace che il Signore risorto ha
lasciato ai suoi discepoli, sintetizzandole nelle parole «Vi dono la mia pace - سَلامي
أُعطيكُم» (Gv 14,27). Questo mio Viaggio aveva come scopo principale la firma e la
consegna dell’Esortazione Apostolica postsinodale Ecclesia in Medio Oriente ai rappresentanti
delle Comunità cattoliche del Medio Oriente, come pure alle altre Chiese e comunità
ecclesiali e anche ai Capi musulmani”.
Si è trattato – ha proseguito- di “un
evento ecclesiale commovente e, al tempo stesso, una provvida occasione di dialogo
vissuta in un Paese complesso ma emblematico per tutta la regione, a motivo della
sua tradizione di convivenza e di operosa collaborazione tra le diverse componenti
religiose e sociali. Di fronte alle sofferenze e ai drammi che permangono in quella
zona del Medio Oriente, ho manifestato la mia sentita vicinanza alle legittime aspirazioni
di quelle care popolazioni, recando loro un messaggio di incoraggiamento e di pace.
Penso in particolare al terribile conflitto che tormenta la Siria, causando, oltre
a migliaia di morti, un flusso di profughi che si riversano nella regione alla ricerca
disperata di sicurezza e di futuro; e non dimentico la situazione difficile dell’Irak.
Durante la mia Visita, la gente del Libano e del Medio Oriente - cattolici, rappresentanti
delle altre Chiese e Comunità ecclesiali e delle diverse comunità musulmane - ha vissuto,
con entusiasmo e in un clima disteso e costruttivo, un’importante esperienza di rispetto
reciproco, di comprensione e di fraternità, che costituisce un forte segno di speranza
per tutta l’umanità. Ma è soprattutto l’incontro con i fedeli cattolici del Libano
e del Medio Oriente, presenti a migliaia, che ha suscitato nel mio animo un sentimento
di profonda gratitudine per l’ardore della loro fede e della loro testimonianza”.
Ha
quindi ringraziato “il Signore per questo dono prezioso, che dà speranza per il futuro
della Chiesa in quei territori: giovani, adulti e famiglie animati dal tenace desiderio
di radicare la loro vita in Cristo, rimanere ancorati al Vangelo, camminare insieme
nella Chiesa. Rinnovo la mia riconoscenza anche a quanti hanno lavorato instancabilmente
per questa mia Visita: i Patriarchi e i Vescovi del Libano con i loro collaboratori,
la Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, le persone consacrate, i fedeli laici,
i quali sono una realtà preziosa e significativa nella società libanese. Ho potuto
constatare direttamente che le Comunità cattoliche libanesi, mediante la loro presenza
bimillenaria e il loro impegno pieno di speranza, offrono un significativo e apprezzato
contributo nella vita quotidiana di tutti gli abitanti del Paese. Un pensiero grato
e deferente va alle Autorità libanesi, alle istituzioni e associazioni, ai volontari
e a quanti hanno offerto il sostegno della preghiera. Non posso dimenticare la cordiale
accoglienza che ho ricevuto dal Presidente della Repubblica, Signor Michel Sleiman,
come anche dalle varie componenti del Paese e dalla gente: è stata un’accoglienza
calorosa, secondo la celebre ospitalità libanese. I musulmani mi hanno accolto con
grande rispetto e sincera considerazione; la loro costante e partecipe presenza mi
ha dato modo di lanciare un messaggio di dialogo e di collaborazione tra Cristianesimo
e Islam: mi sembra che sia venuto il momento di dare insieme una testimonianza sincera
e decisa contro le divisioni, contro la violenza e le guerre. I cattolici, venuti
anche dai Paesi confinanti, hanno manifestato con fervore il loro profondo affetto
al Successore di Pietro”.
Dopo la cerimonia al suo arrivo all’aeroporto di
Beirut, “il primo appuntamento – ha rilevato - era di particolare solennità: la firma
dell’Esortazione apostolica postsinodale Ecclesia in Medio Oriente, nella Basilica
Greco-Melkita di San Paolo ad Harissa. In quella circostanza ho invitato i cattolici
mediorientali a fissare lo sguardo su Cristo crocifisso per trovare la forza, anche
in contesti difficili e dolorosi, di celebrare la vittoria dell’amore sull’odio, del
perdono sulla vendetta e dell’unità sulla divisione. A tutti ho assicurato che la
Chiesa universale è più che mai vicina, con l’affetto e la preghiera, alla Chiesa
in Medio Oriente: esse, pur essendo un «piccolo gregge», non devono temere, nella
certezza che il Signore è sempre con loro. Il Papa non li dimentica”.
Parlando
del secondo giorno del viaggio ha ricordato l’incontro con i rappresentanti delle
Istituzioni della Repubblica e del mondo della cultura, il Corpo diplomatico e i Capi
religiosi. “Ad essi, tra l’altro – ha detto - ho indicato una via da percorrere per
favorire un futuro di pace e di solidarietà: si tratta di operare affinché le differenze
culturali, sociali e religiose approdino, nel dialogo sincero, ad una nuova fraternità,
dove ciò che unisce è il senso condiviso della grandezza e dignità di ogni persona,
la cui vita va sempre difesa e tutelata. Nella stessa giornata ho avuto un incontro
con i Capi delle Comunità religiose musulmane, che si è svolto in uno spirito di dialogo
e di benevolenza reciproca. Ringrazio Dio per questo incontro. Il mondo di oggi ha
bisogno di segni chiari e forti di dialogo e di collaborazione, e di ciò il Libano
è stato e deve continuare ad essere un esempio per i Paesi arabi e per il resto del
mondo.
Il Papa ha ricordato che nel pomeriggio, presso la residenza del Patriarca
Maronita, è stato accolto “dall’entusiasmo incontenibile di migliaia di giovani libanesi
e dei Paesi vicini, che hanno dato vita ad un festoso e orante momento, che rimarrà
indimenticabile nel cuore di molti. Ho sottolineato la loro fortuna di vivere in quella
parte del mondo che ha visto Gesù, morto e risorto per la nostra salvezza, e lo sviluppo
del Cristianesimo, esortandoli alla fedeltà e all’amore per la loro terra, nonostante
le difficoltà causate dalla mancanza di stabilità e di sicurezza. Inoltre, li ho incoraggiati
ad essere saldi nella fede, fiduciosi in Cristo, fonte della nostra gioia, e ad approfondire
il rapporto personale con Lui nella preghiera, come anche ad essere aperti ai grandi
ideali della vita, della famiglia, dell’amicizia e della solidarietà. Vedendo giovani
cristiani e musulmani fare festa in grande armonia, li ho spronati a costruire insieme
il futuro del Libano e del Medio Oriente e ad opporsi insieme alla violenza e alla
guerra. La concordia e la riconciliazione devono essere più forti delle spinte di
morte”.
“Nella mattina della domenica – ha aggiunto - c’è stato il momento
molto intenso e partecipato della Santa Messa nel City Center Waterfront di Beirut,
accompagnata da suggestivi canti, che hanno caratterizzato anche le altre celebrazioni.
Alla presenza di numerosi Vescovi e di una grande folla di fedeli, provenienti da
ogni parte del Medio Oriente, ho voluto esortare tutti a vivere la fede e a testimoniarla
senza paura, nella consapevolezza che la vocazione del cristiano e della Chiesa è
quella di portare il Vangelo a tutti senza distinzione, sull’esempio di Gesù. In un
contesto segnato da aspri conflitti, ho richiamato l’attenzione sulla necessità di
servire la pace e la giustizia, diventando strumenti di riconciliazione e costruttori
di comunione. Al termine della Celebrazione eucaristica, ho avuto la gioia di consegnare
l’Esortazione apostolica che raccoglie le conclusioni dell’Assemblea Speciale del
Sinodo dei Vescovi dedicata al Medio Oriente. Attraverso i Patriarchi e i Vescovi
orientali e latini, i sacerdoti, i consacrati e i laici, questo Documento vuole raggiungere
tutti i fedeli di quella cara regione, per sostenerli nella fede e nella comunione
e spronarli sulla via della tanto auspicata nuova evangelizzazione. Nel pomeriggio,
presso la sede del Patriarcato Siro-cattolico, ho avuto poi la gioia di un fraterno
incontro ecumenico con i Patriarchi ortodossi e ortodossi orientali e i rappresentanti
di quelle Chiese, come pure delle Comunità ecclesiali”.
Il Papa ha affermato
che “i giorni trascorsi in Libano sono stati una stupenda manifestazione di fede e
di intensa religiosità e un segno profetico di pace. La moltitudine di credenti, provenienti
dall’intero Medio Oriente, ha avuto l’opportunità di riflettere, di dialogare e soprattutto
di pregare insieme, rinnovando l’impegno di radicare la propria vita in Cristo. Sono
certo che il popolo libanese, nella sua multiforme ma ben amalgamata composizione
religiosa e sociale, saprà testimoniare con nuovo slancio la vera pace, che nasce
dalla fiducia in Dio. Auspico che i vari messaggi di pace e di stima che ho voluto
dare, possano aiutare i governanti della Regione a compiere passi decisivi verso la
pace e verso una migliore comprensione delle relazioni tra cristiani e musulmani.
Da parte mia continuo ad accompagnare quelle amate popolazioni con la preghiera, affinché
rimangano fedeli agli impegni assunti”. Infine, il Papa ha affidato “alla materna
intercessione di Maria”, venerata in tanti ed antichi santuari libanesi, “i frutti
di questa Visita pastorale, come anche i propositi di bene e le giuste aspirazioni
dell’intero Medio Oriente”.