Nuove proteste per il film blasfemo. Attentato in Afghanistan. In Pakistan spari contro
una cattedrale cristiana
“Uccidete tutti gli ambasciatori Usa”. Al Qaeda nel Maghreb islamico ha rivolto un
appello ai suoi seguaci a “seguire l'esempio” dell'attacco al consolato Usa a Bengasi.
Intanto, a Kabul, in Afghanistan, 12 persone, di cui nove stranieri, sono morte in
un attentato - rivendicato dai ribelli afghani – in rappresaglia contro il film blasfemo
su Maometto. In serata, il settimanale francese satirico 'Charlie Hebdo' ha annunciato
la pubblicazione di alcune vignette sul profeta. Il premier francese Ayrault ha chiesto
"senso di responsabilità" ai vertici del settimanale. Alessandro Guarasci
Da Al
Qaida nel Magreb arrivano pesanti minacce nei confronti dell’Occidente, a una settimana
dall'omicidio dell'ambasciatore Usa in Libia, Chris Stevens. Il sito dell’organizzazione
si congratula con coloro che hanno ucciso Stevens e chiede ai giovani musulmani di
seguire l'esempio dei leoni di Bengasi – viene scritto - per ammainare le bandiere
nelle ambasciate Usa e bruciarle. Nel frattempo manifestanti islamici hanno protestato
in diverse città dell'Indonesia e chiesto agli Stati Uniti di punire con la pena di
morte il produttore del film ritenuto offensivo nei confronti del profeta Maometto.
Proteste di piazza anche in Pakistan. Sei persone sono morte e altre 15 sono rimaste
ferite in un'esplosione avvenuta in un mercato di Karachi. A Hyderabad, numerosi i
cortei con slogan e atti di vilipendio nei confronti di simboli cristiani. Colpi d’arma
da fuoco sono stati sparati contro il portone della Cattedrale. Grave anche la situazione
in Afghanistan, dove è salito ad almeno 12 il bilancio delle vittime dell'attentato
nei pressi dell'aeroporto internazionale di Kabul, in Afghanistan. Un'autobomba, guidata
forse da una donna, si è lanciata contro un minibus che trasportava lavoratori sudafricani.
Tra le vittime dell'esplosione ci sono appunto almeno otto cittadini del Sudafrica.
Intanto, in Libano il movimento sciita Hezbollah, attraverso le parole
del suo leader Nasrallah, ha indetto una settimana di proteste antiamericane. Sul
significato della decisione di Hezbollah, Giancarlo La Vella ha intervistato
Antonio Ferrari, esperto di Medio Oriente, analista del Corriere della Sera:
R. – Sicuramente,
è una discesa in campo fragorosa, perché Nasrallah, il capo di Hezbollah, per motivi
di sicurezza compare in pubblico molto raramente dal 2006 e poi perché ha lanciato
un appello molto duro alla mobilitazione antiamericana. Un’altra considerazione è
una considerazione interessante di carattere religioso. Nasrallah e tutto il movimento
Hezbollah, in segno di rispetto per la visita di Benedetto XVI in Libano, salutato
anche dallo stesso movimento sciita come messaggero di pace, ha atteso la partenza
del Papa per poter lanciare la sua campagna. Quindi, non c’è naturalmente nessun tipo
di conflitto con le altre componenti religiose. C’è invece un conflitto politico aperto
contro questo film, che rischia anche di condizionare la campagna elettorale americana,
creando non pochi problemi al presidente Obama, che punta alla rielezioni nelle consultazioni
di novembre prossimo.
D. – Potrebbe essere l’inizio di una protesta che, da
antiamericana, si trasformi più in generale in antioccidentale, guardando anche agli
sviluppi della situazione siriana?
R. – Sì, perché Hezbollah è molto vicino
alla Siria e potrebbe far sentire la sua forza anche in funzione totalmente antioccidentale.
Questo nel caso in cui ci fosse un attacco contro la Siria. E’ evidente che lo sviluppo
della situazione siriana, se dovesse portare a derive durissime e drammatiche, con
interventi esterni, scatenerebbe sicuramente Hezbollah. Ma, prima di pensare a interventi
esterni, bisogna sempre considerare che sulla Siria c’è sempre il veto a qualsiasi
tipo di iniziativa militare da parte di Russia e Cina, proprio perché attraverso la
Siria Mosca vuole dimostrare che è ancora bene presente nella regione. Dalla sua,
invece, la Cina segue sui interessi particolari: vuole tenere aperti tutti i possibili
canali per dotarsi di quelle risorse energetiche di cui ha sommamente bisogno.