Evangelizzazione più efficace verso i popoli indigeni: così il Papa alla Chiesa
colombiana
Benedetto XVI chiede una maggiore attenzione nei processi di evangelizzazione dei
popoli indigeni in Colombia. La volontà del Papa è stata resa pubblica nella lettera
“Lo status dei popoli indigeni in Colombia”, inviata ai sacerdoti e fedeli cattolici
colombiani. Il Dipartimento di promozione e del dialogo dell’episcopato locale ha
spiegato che la lettera invita a guardare ai popoli indigeni come “soggetti di evangelizzazione”
che devono essere “accolti e accompagnati”. Infine, Benedetto XVI chiede che siano
rivisti le metodologie e i criteri per l’approccio con i popoli indigeni. Così il
Pontefice ribadisce la necessità di “sapere arrivare” con il Vangelo alla visione
cosmologica e alle tradizioni dei popoli indigeni. Intanto, si è conclusa, ieri, la
visita ad Limina di un gruppo di presuli colombiani, iniziata lo scorso primo
settembre. Un evento che rilancia l’impegno della Chiesa della Colombia nel discepolato
e per la riconciliazione del Paese, dopo anni di sanguinosa guerra civile. Stefano
Leszczynski ne ha parlato con l’arcivescovo di Cali, mons. Dario de Jesus Monsalve
Mejia:
R. – Il Santo
Padre ci ha spinti a svolgere il programma della Conferenza episcopale colombiana
e quindi il punto forte è senz’altro la formazione delle piccole comunità, come quella
che - ad Aparecida, in Brasile - il Papa ha chiamato “Comunità dei discepoli missionari”.
Il discepolato quindi sarà la realtà più importante: quando c’è stato il primo incontro
con Gesù, si entra nel processo della conversione e così poi si formeranno anche le
comunità dei credenti cui farà seguito poi l’azione pastorale-missionaria. Mi pare
che il progetto della Chiesa colombiana si appoggi soprattutto sulla famiglia, come
ha detto il Papa. Famiglia, comunità e società dovrebbero sempre essere in primo piano
per la Chiesa come l’obiettivo principale di tutti i piani pastorali.
D. –
Quali sono i vari problemi che la secolarizzazione pone in Colombia? Quali sono le
sfide per la Chiesa colombiana?
R. – L’impatto della secolarizzazione è una
vita staccata dal senso di Dio o con un senso di Dio molto degradato. Un Dio che risponde
alle necessità individuali. In Colombia, il risultato senz’altro più preoccupante
di questo è il narcotraffico che ha alla base la società colombiana e la violenza,
con un’implicita ed esplicita accettazione dell’omicidio, delle stragi.
D.
– Tra i tanti problemi che la Colombia deve affrontare, c’è anche un forte processo
di riconciliazione, in seguito al conflitto con le Farc. Come si sta svolgendo questo
tentativo di avviare un processo di riconciliazione nel Paese?
R. – In questo
momento, il governo – in modo meraviglioso – ha deciso di cambiare la strategia di
guerra, di questa guerra senza fine, con una strategia di dialogo intorno a cinque
punti. Il primo è la riforma rurale: la terra che deve essere distribuita in maniera
più equa. Il secondo punto riguarda la trasformazione delle organizzazioni guerrigliere
in movimento politico con compartecipazione nelle elezioni popolari. Il terzo riguarda
la fine del conflitto armato per mezzo di una progressiva cessazione delle ostilità.
Il quarto punto riguarda la fine del narcotraffico. E’, questo, un aspetto molto difficile,
ma la guerriglia ha una grande responsabilità in questo, perché ha sfruttato il narcotraffico
e per questo adesso si impegnerà, al fianco del governo e della società per porre
fine al narcotraffico. Infine, il punto più difficile, più sensibile: le vittime.
Cosa fare a riguardo delle vittime. I morti, le persone sparite, tante situazioni
difficili. Ecco, questi cinque punti sono sul tavolo del dialogo.
D. – Cosa
riporta in patria da questa Visita ad limina l’episcopato colombiano?
R.
– C’è una parola del Santo Padre che ci ha molto toccato: “Seminate il Vangelo e raccoglierete
riconciliazione”. Queste parole mi sembra che siano l’incoraggiamento più forte che
il Papa potesse darci. Siamo molto contenti e torniamo a casa con una grande carica
di entusiasmo a continuare il nostro ministero e a cercare la riconciliazione e la
pace con tutti i colombiani.