Ancora uccisioni in Siria. Dato alle fiamme l'arcivescovado siro-cattolico di Homs
Non accennano a fermarsi le uccisioni e le violenze in Siria. Anche oggi si contano
numerose vittime a seguito dei bombardamenti governativi sulle città di Aleppo e Homs
durante i quali, in un primo bilancio ancora provvisorio, avrebbero perso la vita
almeno 8 persone. E, sempre ad Aleppo, altre due persone sarebbero rimaste uccise
nella notte a seguito di violenti scontri tra l’esercito siriano e i ribelli. Intanto
l’inviato speciale dell’Onu e della Lega Araba Lakhdar Brahimi quest’oggi si è recato
in visita alcuni dei campi profughi allestiti su territorio turco al confine con la
Siria. Campi che, ormai, ospitano oltre 80mila persone. Brahimi avrebbe incontrato
anche il governatore dell’Hatay, Mehmet Celalettin, dove sorge un campo profughi che
ospita circa 11mila persone. “Abbiamo sentito che i siriani sono trattati bene in
Turchia – ha dichiarato Brahimi, che ha poi aggiunto – Speriamo che la pace possa
presto tornare nel loro Paese”. Intanto l’arcivescovado siro-cattolico di Homs, nel
quartiere al-Hamidiyah, nel centro storico della città, è stato dato alle fiamme.
L’arcivescovo siro-cattolico Georges Kassab, i preti e i fedeli della comunità hanno
espresso all'agenzia Fides il loro sdegno per “un atto ingiustificato”. Nella notte
del 13 settembre, riferiscono fonti di Fides, un gruppo di circa dieci militanti non
identificati si è introdotto nella struttura, da mesi chiusa e abbandonata a causa
dei combattimenti fra ribelli e forze lealiste. I militanti hanno versato numerose
taniche di benzina e poi hanno appiccato il fuoco, che sembra “una rivalsa per motivi
ignoti”. (L.P.)