2012-09-17 15:05:23

Lamezia Terme: Scuola euro-mediterranea di dottrina sociale per giovani imprenditori


Si è chiuso domenica a Verona il Festival della Dottrina sociale della Chiesa a cui ha preso parte tra gli altri anche l’Ucid, l’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti, che nel 2011 a Lamezia Terme ha promosso l’iniziativa di una “Scuola Euro-mediterranea di Dottrina sociale”. Creare impresa è l’obiettivo di questa scuola socio-economica indirizzata a giovani imprenditori o con attitudini in tal senso, italiani e stranieri. Il primo modulo del corso dovrebbe partire entro la fine di quest’anno. Debora Donnini ha intervistato la coordinatrice del progetto ed esponente delle relazioni internazionali dell’Ucid, Nelida Ancora:RealAudioMP3

R. – Il progetto è il frutto della visita che il Santo Padre, Benedetto XVI, ha compiuto alla diocesi di Lamezia Terme, nell’ottobre del 2011. Qui è stata presentata anche questa sperimentazione di nuovi modelli di sviluppo, che vuole essere una risposta a quanto indicato dalla Caritas in Veritate. La sperimentazione avviene in un territorio fragile. Le priorità del progetto sono quelle di promuovere una cultura imprenditoriale, che è una delle criticità più grandi del nostro Sud; portare nell’attualità, come risorsa, il nostro Sud; e anche elaborare una sperimentazione per rispondere alla sfida della globalizzazione.

D. – Questo corso, concretamente, quale tipo di strumenti darà ai giovani che vogliono fare gli imprenditori o che hanno dei progetti validi...

R. – In concreto, creare cultura imprenditoriale significa rispondere alla grande sfida che oggi ha tutto il Paese, quando noi sentiamo parlare di crescita. Quindi, come si può osservare nel piano “Coesione Sud”, lanciato dal ministro Barca, la sfida della coesione sociale diventa anche una sperimentazione per elaborare nuovi prodotti in grado di competere nel mercato. Oggi, infatti, abbandonata la cultura assistenziale - che è poi la grande fragilità che blocca il nostro Mezzogiorno - si pone la sfida per un rilancio produttivo.

D. – Cosa insegnerete a questi giovani nel corso?

R. - Seguendo le linee-guida che dà l’Unione Europea, vorremmo coniugare l’innovazione tecnologica con l’innovazione sociale, creando impresa: un’impresa che possa partire dai settori di nuovo welfare. E i settori indicati nel piano Mezzogiorno sono l’assistenza agli anziani, la cura dell’infanzia, la promozione della cultura e del turismo, ma con una grande attenzione all’innovazione tecnologica. In concreto, questa scuola vedrà dei moduli, dove ci sarà una parte accademica di natura economica ispirata alla Dottrina sociale della Chiesa, e il tutoraggio di imprenditori, che si rivolgeranno a giovani, selezionati sulla base di idee progettuali che loro dovranno presentare nel momento della richiesta di partecipazione al corso. Idee progettuali, dove i settori che noi indicheremo sono proprio quelli dove ci sono maggiori risorse finanziarie, destinate dai fondi europei o dalle priorità nazionali regionali.

D. – Questi progetti saranno finanziabili con risorse dell’Unione Europea?

R. – La sfida è questa: soprattutto l’ambizione di partecipare ai programmi innovazione-ricerca. Ci sono anche dei bandi.

D. – Nell’ambito dell’esperienza della scuola è nato un progetto: “Rel@zioni-reti e azioni con gli anziani”. In che cosa consiste?
R. – Spingere e promuovere la collaborazione tra le università e le imprese: questo è un punto fondamentale della struttura della nostra scuola e questo prodotto, il progetto “Relazioni”, si pone come obiettivo la valorizzazione e l’integrazione delle persone anziane. In questo caso iniziamo dal territorio lametino, ma il ricorso ad una struttura tecnologica può consentire la messa in rete di diverse realtà, soprattutto nel Sud, in modo da bilanciare quella nostra fragilità, spesso incapacità, di modelli dialoganti, che oggi sono fondamentali per poter avviare un processo autentico di sviluppo.


Ultimo aggiornamento: 18 settembre







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