Festival della Dottrina sociale: mons. Moraglia ribadisce il primato dell'etica
“Questa non è una delle tante crisi che giungono al termine di cicli che si susseguono
regolarmente, ma si tratta piuttosto di una crisi epocale che richiede un ripensamento
strutturale, una riconsiderazione del rapporto tra finanza ed economia, un ripensamento
del lavoro, della produttività d’impresa, del profitto che non può essere a favore
di alcuni e contro altri. Il profitto dovrà sempre più rispondere al bene comune di
un’umanità globalizzata a livello di comunicazione, di finanza, di economia” ha detto
mons. Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia, nel corso della sua relazione dal
titolo: “Di fronte alla crisi economica e sociale: elementi di speranza e prospettive
ricavate dal magistero sociale”, in occasione di uno dei due eventi d’apertura della
seconda giornata del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa su: “La necessità
di un pensiero diverso”, che si è conclusa ieri a Verona. Per mons. Moraglia - riferisce
l'agenzia Sir - “siamo chiamati a guardare al futuro, nella logica del bene comune,
non solo considerando la nostra generazione ma anche quelle che verranno dopo. Si
tratta di capire quale sia lo sviluppo sostenibile, ponendo al centro di tutto, cosa
che, finora, è stata fatta troppo poco, la persona non come pura astrazione ma nelle
sue relazioni concrete, ad iniziare dalla relazione con la famiglia, caposaldo della
dottrina sociale cristiana”. Il Patriarca di Venezia ha sottolineato che a suo avviso
“solamente una risposta è in grado di determinare una reale inversione di rotta, in
modo che, quanto si è verificato, non si ripeta: la risposta consiste nel porre, con
determinazione, l’etica al centro di tutto” solo una “finanza, un’economia e un profitto
legati all’etica possono garantire la centralità dell’uomo”. In questo ragionamento
“l’etica è assolutamente essenziale per la sopravvivenza dell’umanità poiché tutte
le azioni dell’uomo, alla fine, si rapportano al bene o al male, alla giustizia o
all’ingiustizia e, in ultima istanza, si confrontano con la dignità della persona
umana” infatti “tutto ciò che è male e ingiusto confligge con Dio, perché Dio è custode
e garante dell’uomo e del suo mondo. E, quindi, ciò che è contro l’uomo è anche contro
Dio”. In ultima istanza, per mons. Moraglia “sarebbe inaccettabile che la finanza,
l’economia, il profitto, ossia quelle attività umane che si collegano al lavoro, uno
dei beni essenziali nella vita delle persone, delle famiglie e della società, non
avessero a che fare con l’etica” ed in questo ci è di sostegno l’insegnamento di Benedetto
XVI nell’enciclica Caritas in Veritate (n. 36), dove si legge che: “la sfera economica
non è né eticamente neutrale né di sua natura disumana e antisociale. Essa appartiene
all’attività dell’uomo e, proprio perché umana, deve essere strutturata e istituzionalizzata
eticamente ”. (R.P.)