2012-09-15 11:55:30

Padre Samir: la presenza del Papa, segno forte del suo sostegno a tutti i popoli del Medio Oriente


Padre Federico Lombardi ha sottolineato, parlando con i giornalisti, come il grande messaggio di questo viaggio sia di per sé già la sola presenza del Papa in Libano nonostante le tensioni in Medio Oriente. Una riflessione che trova d’accordo padre Samir Khalil Samir, docente dell’Università Saint Joseph di Beirut, intervistato da Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

R. – E’ un segno forte del sostegno che il Santo Padre dà non solo ai cristiani, ma a tutta la regione mediorientale, perché questo segno dice: malgrado i rischi e tante persone che dicevano: “Ma è prudente per il Santo Padre venire?”, è un segno forte che invece dice: “Io sto con voi, condivido le vostre difficoltà per quanto posso”.

D. – Ecco: questo è proprio un segno forte. Il Papa è per tutta la regione, per tutti i popoli del Medio Oriente: cristiani, musulmani …

R. – Assolutamente! E’ il Papa dei cattolici, d’accordo. Ma è Padre di tutti quanti! E si vede dai suoi appelli continui, regolari riguardo al Medio Oriente quando invoca la pace. La Chiesa è interessata al mondo, ad ogni persona,ad ogni cittadino del mondo, soprattutto a quelli che sono in difficoltà.

D. – Su quali temi è più facile raggiungere una concreta collaborazione tra cristiani e musulmani in Medio Oriente, anche guardando a questa nuova fase che viene chiamata “Primavera araba”?

R. – Prima di tutto, la dimensione sociale. Anche lì, infatti, la Chiesa – le Chiese! – del Medio Oriente giocano un ruolo importante riguardo ai poveri, agli immigrati, ai prigionieri. Questo è un aspetto. L’altro aspetto è quello culturale, soprattutto educativo. Circa il 50 per cento della popolazione del Libano, compresi i musulmani - soltanto per fare un esempio - frequentano le scuole cattoliche, almeno per i primi sei anni di scuola. E questo perché vogliono avere una base solida, intellettuale, ma anche morale ed etica, che queste scuole assicurano. Sono poi numerosissime le università cristiane, che vedono anche una forte partecipazione musulmana. I cristiani rappresentano il ponte tra il mondo musulmano, perché abbiamo la stessa cultura araba, la stessa storia comune, e il mondo occidentale, perché - grazie alla fede - abbiamo una cultura - ad esempio - relativa ai diritti umani fondamentali, che deriva proprio dal pensiero cristiano, anche se in questa regione è poco sviluppato.

D. - Quindi l’emergenza educativa, così a cuore a Benedetto XVI, è fondamentale anche nel Medio Oriente?

R. - Assolutamente sì. Spesso le nostre scuole, le nostre università hanno formato l’élite musulmana della politica, della diplomazia: sono stati nostri alunni e questo significa un impatto sulla società civile più forte di quanto rappresentano numericamente i cristiani.







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