Padre Lombardi: il Papa in Libano per essere un sorso di acqua fresca per tutti
Quale messaggio ha lanciato finora Benedetto XVI con il suo viaggio in Libano? Alessandro
Gisotti lo ha chiesto al direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico
Lombardi:
R. - Direi che
il messaggio è chiarissimo perché è un messaggio che è dato non tanto e forse neppure
primariamente da parole ma da un fatto: cioè, l’essere qui, l’essere qui nella situazione
del Medio Oriente che conosciamo, con la volontà chiara e, vorrei dire, piena di speranza,
di portare una parola di pace, in amicizia nei confronti di tutti. Questo il Papa
lo ha detto benissimo nel discorso all’aeroporto: “Vengo qui come pellegrino di pace,
vengo qui come amico di Dio e come amico di tutti gli uomini di questa regione”. Mi
pare che questo sia più che evidente, tutti lo capiscono, a cominciare naturalmente
dai libanesi, che sono i più vicini e che vedono il Papa anche fisicamente nella loro
bella capitale, ma penso e spero che lo capiscono anche tutte le persone di questa
regione, che è così travagliata da tensioni e da conflitti. Sappiamo che il Papa vuole
parlare per tutti, porta non solo un documento, ma la sua presenza per tutti.
D.
– Il Papa parlando con i giornalisti sull’aereo ha detto parole che toccano: “Non
ho mai pensato di rinunciare a questo viaggio…”
R. – Certamente. Sono almeno
due mesi che io mi sento domandare dai giornalisti: ma si va, non si va? Ci sono preoccupazioni,
siete sicuri? E così via… Io ho sempre detto che non mi risultava in nessun modo che
ci fossero incertezze. Certamente il Papa non le ha avute. Sapeva bene dove veniva
e perché e quindi che la sua venuta sarebbe stata desiderata veramente come un sorso
di acqua fresca, di speranza, per un popolo assetato di speranza e di prospettive
di avvenire e di spirito di riconciliazione, di pace, di dialogo. Il Papa è venuto
per questo e probabilmente è uno dei viaggi in cui il fatto del viaggio è uno dei
messaggi più forti.
D. - Nella prima giornata c’è stato il dono alla Chiesa
del Medio Oriente, ai cristiani del Medio Oriente, dell’Esortazione apostolica …
R.
– Sì, è un bel documento. Un documento che viene riconosciuto come facilmente leggibile,
che quindi potrà circolare e essere letto, approfondito, nelle comunità anche da parte
dei laici, anche da parte delle persone che forse sono interessate alla Chiesa pur
non facendone parte. Quindi sono convinto che è un dono importante e che tutto il
cammino svolto per l’attuazione del Sinodo, dalla sua preparazione all’assemblea a
Roma e fino alla formulazione del documento finale, valeva veramente la pena di essere
fatto e speriamo che porti i suoi frutti perché poi il fatto di pubblicare il documento
non vuole ancora dire che lo scopo sia raggiunto. Il documento va messo in pratica,
evidentemente, quindi è dato come punto di partenza per un ulteriore cammino delle
comunità.
D. – La visita del Papa avviene in giorni di particolare tensione
in un qualche modo il Papa mostra quale sia la vera strada: l’esempio libanese di
convivenza radicato nella presenza di Dio, nella vita di ognuno…
R. – Sì, questo
naturalmente è qualcosa in cui bisogna credere molto, bisogna sperare contro ogni
speranza, si potrebbe dire, e il fatto che il Papa abbia dato questo documento nella
festa della Santa Croce ha un suo significato profondo. La Croce gloriosa, attraverso
anche le sofferenze e le difficoltà e i dolori, conduce alla Risurrezione. La Croce
come via alla speranza. Questo è un messaggio spirituale importante che potrebbe essere
colto e quindi il giorno della pubblicazione del documento è già un messaggio in sé.
D.
– Beirut è letteralmente ricca di manifestazioni di benvenuto per il Papa: bandiere,
gigantografie e anche nei quartieri a maggioranza musulmana. Questa cosa ha colpito
tutti. Il Papa è stato colpito da un’accoglienza così calorosa?
R. – E’ chiarissimo
che a Beirut e nel Libano tutti sono contenti che il Papa sia venuto, tutti capiscono
che cosa significa questa venuta, che è naturalmente anzitutto per i suoi fedeli cristiani
e cattolici in particolare ma è anche per tutti, perché i veri credenti capiscono
che Dio è fondamento della pace e della fraternità fra le sue creature, fra i suoi
figli. Quindi tutte le persone che hanno una capacità di riflessione e di comprensione
di che cosa il Papa è, di chi è e che cosa rappresenta, capiscono che è un grande
servizio che egli sta facendo per tutti.