La crisi siriana è una minaccia per il mondo. L’inviato Onu Brahimi incontra il
presidente Assad
“Il conflitto si sta aggravando e rappresenta una minaccia per il popolo siriano,
per la regione nel suo complesso e per il mondo. Penso che il presidente Assad conosca
meglio di me le dimensioni della crisi e la sua gravità”. Con queste parole l’inviato
speciale dell’Onu e della Lega Araba Lakhdar Brahimi descrive l’incontro di ieri mattina
con il presidente siriano Assad, il primo da quando ha assunto il ruolo di inviato
di pace dell’Onu al posto di Kofi Annan. “È terribilmente importante e urgente affrontare
la questione nel modo dovuto” continua Brahimi, annunciando che metterà a punto un
piano d’azione solamente dopo aver incontrato tutte le parti, compresi i Paesi che
hanno interesse o influenza nella questione siriana. Da parte sua il presidente Assad
ha ribadito di essere pronto a cooperare con “ogni sforzo per risolvere la crisi,
a patto che sia neutrale e indipendente”, esortando i siriani al dialogo. Intanto
la situazione si aggrava e, dopo circa 18 mesi, non accennano a fermarsi gli scontri
e le uccisioni. Proprio ieri mattina fonti locali raccontano di nuovi bombardamenti
da parte delle forze governative in molte località, compresi alcuni sobborghi di Damasco,
e l’Osservatorio siriano dei diritti umani riferisce che venerdì hanno perso la vita
altre 160 persone. Sulla questione siriana ieri si è espresso anche il ministro degli
Esteri Giulio Terzi intervenendo al World e-Parliament 2012. “L’uso indiscriminato
della forza contro i propri cittadini è uno dei crimini più barbari al quale assistiamo
da tempo – ha affermato il ministro, sottolineando poi che “la transizione dovrà essere
guidata interamente dal popolo siriano, per assicurare rappresentatività ad ogni forza
sociale, comprese le minoranze religiose”. (L.P.)