Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
In questa 24.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il passo del
Vangelo in cui Pietro, dopo aver riconosciuto che Gesù è il Cristo lo rimprovera quando
parla della sua morte. Il Signore allora gli dice:
«Va' dietro a me, Satana!
Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Su questo brano
evangelico ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente
emerito di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
A ridosso di
due festività molto significative arriva questo Vangelo. Abbiamo celebrato la festa
dell’Esaltazione della Croce e proprio in questo sabato lo sguardo si posa sull’Addolorata,
avvolta nel manto nero del suo dolore. Ora il Vangelo della domenica ci presenta questa
doppia scena di Pietro: in un attimo passa dalla esclamazione gioiosa rivolta a Gesù:
“Tu sei il Cristo!”, al rimprovero durissimo che Gesù gli fa: “Va’, dietro a me, Satana!”
Si rimane sconcertati, e lo sarà rimasto ancor più Pietro, anche se Marco non ci rivela
altri particolari. In fondo Pietro pensava come molti di noi pensano: Gesù è il Messia,
il Redentore, il Santo, la rivelazione di Dio Padre. E quindi non è proprio il caso
di pensarlo umiliato, malconcio, peggio, morto massacrato. Eppure la sua gloria è
proprio nell’essere un crocifisso amore, è una gloria vissuta con altra logica, quella
del servizio. La morte di croce non è un incidente fuori programma, non è un fantasma
da togliere via: è il sigillo della sua vera identità, la prova certa della sua totale
dedizione al nostro bene. È anche la strada dei veri discepoli, che seguono il Maestro,
e portano così ogni giorno la fatica del mondo a lasciarsi rinnovare.