In calo ma sempre alta la mortalità infantile nel mondo
Nonostante la situazione rimanga drammatica, soprattutto in particolari aree del
mondo, rispetto al 1990, in cui morirono circa 12 milioni di bambini sotto i cinque
anni, nel 2011 si è registrata quasi la metà dei decessi. Si registrano, infatti,
6,9 milioni di bambini che hanno perso la vita sotto i cinque anni: circa 14mila decessi
in meno ogni giorno rispetto al 1990. Sono dati del nuovo rapporto Unicef 2012, intitolato
“Committing to Child Survival: A Promise Revival”, che presenta un quadro degli ultimi
20 anni. Anthony Lake, direttore generale dell’Unicef, sottolinea che “la riduzione
globale della mortalità sotto i cinque anni è il risultato significativo che testimonia
il lavoro e l’impegno di molti, compresi i governi, i donatori, le agenzie internazionali
e le famiglie" ma poi aggiunge che il lavoro non è ancora terminato: milioni di bambini
sotto i cinque anni continuano a morire, ogni anno, per cause in gran parte prevenibili,
per le quali esistono soluzioni accessibili e a basso costo". Queste vite potrebbero
essere salvate grazie a vaccini, nutrizione adeguata, assistenza medica di base e
materna. Il mondo ha le tecnologie e le conoscenze per farlo. "La vera sfida - spiega
lake - è mettere le risorse mediche a disposizione di tutti i bambini”. Dal rapporto
emerge che i decessi di bambini sotto i cinque anni sono sempre più concentrati in
Africa sub-sahariana e Asia meridionale, due regioni che nel complesso hanno totalizzato
oltre l’80% di tutte le morti infantili nel 2011. Decessi che nel 30% dei casi sono
dovuti a problemi come polmonite e diarrea. Ma, si sottolinea nel rapporto, in aggiunta
agli obiettivi legati alla salute e alla nutrizione, bisogna intervenire anche in
altri settori, come l’istruzione e l’accesso ai servizi igienici, che sono fondamentali
per rendere concrete le speranze di sopravvivenza e sviluppo dell’infanzia. (L.P.)