Roma. Ragazza bruciata viva. Don Gerardo: orrore e sdegno
“Siamo vicini nella preghiera, ciò che è accaduto genera orrore e sdegno”. Così don
Gerardo Di Paolo, parroco di Santa Maria della Fiducia, a Roma, sul caso della
prostituta romena di 22 anni data alle fiamme ieri notte dopo essere stata malmenata.
La ragazza è stata portata al centro grandi ustionati dell'ospedale Sant'Eugenio,
dove è stata ricoverata in gravi condizioni e in prognosi riservata per ustioni di
terzo grado su piu' del 50% del corpo. La magistratura ha aperto un’inchiesta. Massimiliano
Menichetti ha intervistato lo stesso don Gerardo:
R. - La cosa
ci sconvolge. Lo sdegno è il minimo che possiamo esprimere. Abbiamo appena appreso
la notizia e ovviamente sono gesti che non sono giustificabili in nessun modo. Non
deve mai venir meno la dimensione di rispetto e di promozione umana. Ci siamo veramente
rammaricati e dispiaciuti che questo sia avvenuto nel nostro territorio.
D.
- Pregherete per questa giovane vittima?
R. - Sì, il ricordo nella preghiera
è sempre scontato. Vorremmo fare qualcosa di più se fosse possibile. Sono tanti ormai
quelli che costituiscono la comunità dei rumeni che vengono a bussare alla nostra
porta e noi cerchiamo di aiutarli. Non è facile però aiutare chi è stato fagocitato
dal mondo della prostituzione, non è facile avvicinare le persone che sono coinvolte
e trovare il modo giusto di agire e operare, ma non ci si deve rassegnare.
D.
- Lei diceva prima che non bisogna mai dimenticare che al centro di tutto c’è la persona…
R.
- Penso che questo debba essere un po’ il criterio che deve guidare tutte le nostre
scelte e attività: l’interesse alla persona nella sua dignità più profonda e quindi
che ci sia sempre un’azione di promozione al bene, di promozione umana. E non dimenticare
mai che non possiamo mai giudicare fino in fondo, perché non sappiamo quali sono le
premesse di certe scelte.
D. - Diceva anche che andrà a far visita a questa
ragazza…
R. - Spero di riuscirci, mi informerò bene, vedo se la cosa sarà possibile.
Certamente il minimo che possiamo portare è una parola di incoraggiamento, un sostegno
materiale, sicuramente la preghiera non verrà meno.