2012-09-12 18:20:54

Amnesty: comunità Rom ancora discriminate in Italia


Una modifica urgente delle leggi, delle politiche e delle prassi discriminatorie che continuano ad emarginare le comunità Rom in Italia: a chiederlo è Amnesty International che ieri ha presentato a Roma il documento: “Ai margini: sgomberi forzati e segregazione dei rom in Italia'. "Il governo italiano non sta tenendo fede ai suoi obblighi internazionali e agli impegni assunti di fronte alla Commissione europea", sostiene Elisa De Pieri, ricercatrice di Amnesty. Adriana Masotti l’ha intervistata:RealAudioMP3


R. - Noi abbiamo documentato violazioni del diritto all’alloggio adeguato dei rom già a partire dal 2009-2010. La ricerca che pubblichiamo oggi, si concentra sul periodo che va dal termine dell’ “Emergenza nomadi” - novembre del 2011- fino ad oggi. Quello che abbiamo trovato è che continuano ad esserci sgomberi forzati lasciando le persone senza tetto, chiusure di campi autorizzati e cosiddetti “tollerati”, con procedure che violano gli standard internazionali degli sgomberi. Inoltre i rom rimangono segregati in campi etnicamente chiusi, quindi soltanto per loro, e abbiamo rilevato anche una sostanziale esclusione anche dall’accesso alle case popolari. In aggiunta, questo governo non ha provveduto a fornire un risarcimento, una riparazione adeguata, ai rom che hanno subito violazioni dei loro diritti durante l’ “Emergenza nomadi”, come espressamente richiesto anche dal Comitato per l’eliminazione della discriminazione razziale nel mese di marzo.

D. - Ad essere dunque sotto accusa, in particolare, sono gli sgomberi forzati delle famiglie rom sia da campi autorizzati, ma che ad un certo punto si decide di chiudere, sia da campi abusivi. Quali sono gli effetti di questi sgomberi?

R. - Lo sgombero di un campo comporta molto spesso che le persone sgomberate, vengano lasciate effettivamente senza tetto, perché in molti casi non viene neanche offerto un alloggio di emergenza. Quando viene offerto, viene offerto solo a donne e bambini. Inoltre le persone non vengono avvertite dello sgombero che spesso può avvenire in condizioni meteorologiche difficili. Ci sono svariati standard che devono essere rispettati, affinché uno sgombero sia legittimo.

D. - Voi parlate di diritto per i rom ad un alloggio adeguato. Ma questo diritto è di tutti, anche di un cittadino italiano che non può permetterselo. Qual è la differenza?

R. - Assolutamente sì. Il diritto ad un alloggio adeguato è di tutti. Ci sono indubbiamente cittadini italiani non rom, perché ci sono anche cittadini italiani rom, che hanno problemi ad accedere a questo diritto, e quindi su questo non ci sono dubbi. Però, la nostra ricerca si concentra sulle violazioni che subiscono in particolare i rom, perché in Italia sembra evidente che la violazione del diritto ad un alloggio adeguato per loro è sistematica e prosegue da molti anni. Si manifesta non solo negli sgomberi forzati, ma anche nella segregazione etnica abitativa in campi e in questa esclusione dall’accesso all’edilizia residenziale pubblica. Noi non contestiamo che altri abbiano il diritto ad un alloggio adeguato, anzi, soltanto rileviamo che per i rom in Italia, questo è un problema molto significativo.

D. - Ci sono delle storie burocratiche che impediscono loro di concorrere alle graduatorie per gli alloggi popolari, ad esempio?

R. - Sì. Ad esempio, i rom che vivono in insediamenti informali sono tra le persone, tra le famiglie, che hanno bisogno più disperato, più urgente di una casa popolare. Queste persone sono proprio quelle che non possono neanche presentare la domanda, perché questo richiede dire che si vive ad un indirizzo con un numero civico, e queste persone non hanno numero civico. Ovviamente non chiediamo una corsia preferenziale per i rom, però vogliamo che possano mettersi in lista a pari merito di tutti gli altri, quindi con la rimozione di quei requisiti che hanno un effetto indirettamente discriminatorio su di loro.

Ultimo aggiornamento: 13 settembre 2012








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