XV edizione di Religion Today Filmfestival: un’ampia rassegna per rilanciare la pace
e il dialogo
Al via a Trento dal 12 al 24 ottobre prossimi, la 15esima edizione del Religion Today
Filmfestival che quest’anno si svolge sul tema: “Conflitti. Religioni e non-violenza”.
Una rassegna ricchissima, con 57 film in gara, ma anche spettacoli dal vivo, concerti
ed eventi speciali, pensati con l’obiettivo di avvicinare culture diverse, attraverso
la fede, la conoscenza e il rispetto reciproco. L'evento è stato presentato nella
Sala Marconi della nostra emittente. C’era per noi Cecilia Seppia:
Piccole grandi
storie di scontro-incontro, di rivalità e amicizia, di convivenza pacifica in un mondo
segnato dai conflitti che può diventare attraverso l’impegno di tutti un giardino
dove il lupo e l’agnello abitano insieme, come descritto nel libro del profeta Isaia.
Questo è il Religion Today Film Festival. Un viaggio nelle differenze dove è il cinema
con le sue storie a far da volàno per ribadire l’obiettivo principe della rassegna:
ovvero la diffusione e l’impegno corale per la pace e il dialogo, ma anche per tener
alta l’attenzione su un’urgenza che non può essere ignorata: la creazione di una cultura
della non-violenza, come antidoto ad ogni tentazione fondamentalista di intransigenza
e di chiusura. Ecco il ruolo del film religioso, ecco l’importanza della Religione.
Katia Malatesta direttrice del Festival:
“In questi 15 anni è successo
di tutto. La nostra società è cambiata molto: c’è stato un risveglio religioso, ma
c’è stata anche quella che è stata teorizzata come la 'clash of civilization', lo
scontro delle civiltà. Per cui le religioni, indubbiamente, oggi vengono guardate
con attenzione nel bene e nel male. Il nostro Festival ci tiene a rilanciare sempre
la speranza, ma senza nascondere aspetti critici e problematici. Questa è un po’ l’intenzione
di questa 15.ma edizione: fare un bilancio di 15 anni di storia, per ripartire, consci
appunto di tutte le difficoltà, ma sempre pronti a tenere aperte le vie del dialogo,
come fanno tantissimi uomini e tantissime donne in tutto il mondo. Il Festival procede
esattamente su questo binario, senza nascondersi le difficoltà, perché sicuramente
c’è un allarme crescente presso tante fasce della popolazione. Il nostro vuole essere
proprio un laboratorio, in cui conoscere meglio l’altro, magari superare qualche pregiudizio,
legato semplicemente all’ignoranza, sulla via del rispetto reciproco”.
I
57 i film ammessi provengono da tutti i continenti: tra questi spicca la qualità della
produzione italiana, ma anche l’eleganza visiva di quella iraniana e persiana. Oltre
i lungometraggi a soggetto, l’edizione 2012 propone un’inedita finestra sulle confluenze
tra temi religiosi e generi cinematografici, dal western, al giallo, alla crime story
fino alla spy story e alla fantapolitica adatti a veicolare lo stesso messaggio a
credenti e non credenti. Un’intera sezione sarà poi dedicata alla Terra Santa e al
conflitto israelo-palestinese. Qui dove il dialogo, anche a causa dello sconfinamento
della crisi siriana, è ancora più urgente. Alessandro Martinelli direttore
del Centro diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso di Trento:
“Io
credo sostanzialmente che se ognuno non impara a vivere la dimensione della non violenza,
nei piccoli passi quotidiani, difficilmente riuscirà a pensare possibile un’esperienza
non violenta molto più ampia. La visione del film aiuta da tutti i punti di vista.
Può anche, tra l’altro, mostrare delle possibilità reali, concrete. Questa è anche
la sfida interiore di ogni esperienza religiosa: quella della conoscenza dell’altro,
vista davvero come una sorta di specchio. Allora, noi dell’altro, sino ad oggi, ne
abbiamo paura, oppure l’altro ci serve a seconda delle nostre esigenze. La scoperta
della fede invece è quella che l’altro non è tanto a mio servizio, ma fa parte di
me ed io faccio parte dell’altro. In fondo, credo che quest’ultimo tempo, soprattutto
in questi ultimi dieci anni, sia proprio un tentativo di costruire questo tipo di
cammino, che è nuovo, nel campo delle fedi, perché dobbiamo essere anche onesti, noi
stiamo dialogando da pochi anni, rispetto a quella che è la storia delle religioni.
Questo costituisce davvero la sfida dello stare insieme e la sfida dello scoprirsi
credenti”.