Sud Sudan: rimpatrio forzato per migliaia di persone. Rischio emergenza umanitaria
Nel luglio 2011 è avvenuta la dichiarazione di indipendenza del Sud Sudan. Da allora,
migliaia di persone originarie del Sud Sudan ma residenti al nord, in Sudan, sono
state costrette a rimpatriare, affrontando viaggi molto lunghi e pericolosi. Il Sud
Sudan però è uno Stato molto povero e difficilmente potrà far fronte all’arrivo di
migliaia di persone provenienti dal nord. Persone che hanno perso tutto, casa, lavoro,
a volte familiari uccisi durante gli scontri o nei lunghi viaggi, che da generazioni
vivevano nel nord e che ora sono costrette a ricominciare. I più colpiti ovviamente
sono i bambini, per i quali sono stati allestiti da "Sos Villaggi dei Bambini", centri
a Malakal e Juba, in cui i piccoli possono trovare momenti di svago con giochi e lezioni
di inglese. “I bambini – racconta Oliek Odong Ajak, coordinatore dello spazio dedicato
ai bambini nel centro di Malakal – andavano a scuola a Khartoum. Avevano a disposizione
latte e frutta. Nei centri di transito non c’è la scuola e l’unico cibo disponibile
è il balilah (grano bollito o mais) che provoca la diarrea soprattutto ai più piccoli.
Non c’è latte, non c’è frutta. I bambini sono affamati e molti di loro sono malati.
Arrivano dopo intere giornate passate a viaggiare, ancora impauriti dopo aver assistito
ai combattimenti vicino Hejlij durante il viaggio dal nord”. (L.P.)