Nuova Zelanda: al via la settimana della Giustizia sociale sul tema della fame
La malnutrizione e l’insicurezza alimentare si possono combattere solo con adeguate
politiche dei redditi e una più equa distribuzione delle ricchezze. È quanto affermano
i vescovi della Nuova Zelanda in una nota pastorale per la Settimana nazionale per
la Giustizia sociale che la Chiesa del Paese celebra da ieri fino al 15 settembre.
“La fame in mezzo a noi” è appunto il tema scelto quest’anno con il quale i presuli
hanno voluto richiamare l’attenzione sulle difficoltà di un numero crescente di famiglie
neozelandesi di accedere ad un’alimentazione sana e nutriente. Le statistiche indicano
che l’insicurezza alimentare colpisce il 7,3% della popolazione in Nuova Zelanda,
dove, come in molti Paesi sviluppati, la malnutrizione è spesso associata all’obesità
e alle patologie ad essa connesse. La nota dei vescovi mette in evidenza lo stretto
nesso tra insicurezza alimentare, povertà e distribuzione delle risorse. La fame –
si osserva – è allo stesso tempo causa ed effetto della povertà”: essa infatti sottrae
risorse ed energie alla realizzazione delle potenzialità intellettuali, sociali e
spirituali delle persone. Inoltre crea conflitti. La Chiesa e le organizzazioni cattoliche
cercano di rispondere a questo problema in diversi modi: sia con aiuti immediati a
chi ha bisogno, sia con interventi a lungo termine come la promozione di programmi
di aiuto allo sviluppo e invocando nuove politiche dei redditi. Come confermano diversi
organismi internazionali, oggi nel mondo il problema non è infatti la produzione,
quanto piuttosto di distribuzione delle ricchezze. In linea con gli insegnamenti sociali
della Chiesa, è quindi su questo fronte che occorre agire secondo i vescovi neo-zelandesi,
che chiedono un intervento più incisivo della politica per regolamentare i mercati,
sottrarre le risorse alimentari alla speculazione finanziaria e alle drammatiche oscillazioni
dei prezzi che penalizzano soprattutto i più poveri. (L.Z.)