Sagra Musicale Umbra: primo film italiano su San Francesco conservato dalla Filmoteca
Vaticana
Parlare di “film capolavoro” in un’epoca in cui per meritare tale appellativo bisogna
dimostrare di essere all’avanguardia della tecnica cinematografica può forse far sorridere,
pensando che l’opera in questione risale al 1911. Ma il “Poverello di Assisi” capolavoro
lo è per davvero e ieri sera, nell’ambito della 67.ma Sagra Musicale Umbra, è stato
proposto a Perugia in una delle rare proiezioni, grazie alla collaborazione con la
Filmoteca Vaticana. Siamo ai primordi della settima arte, quando il cinema ancora
non parla e i fotogrammi scorrono con qualche sussulto di troppo. A Enrico Guazzoni,
il regista, viene commissionato l’incarico di girare quello che passerà alla storia
come il primo film su S. Francesco del cinema italiano. E il risultato è di altissimo
livello, sia per la recitazione del protagonista, Emilio Ghione – che dopo giorni
di fervorose letture francescane dà vita a un Francesco sobrio e intenso, presentandosi
con il capo tonsurato per meglio aderire al personaggio – sia per la scenografia caratterizzata
da grande cura e soprattutto un forte realismo, capace di affascinare anche noi spettatori
smaliziati da oltre un secolo di grande schermo. “Il Poverello d’Assisi”, voluto dalla
casa di produzione Cines in vista dell’Esposizione Internazionale di Torino del 1911,
ottenne il secondo premio nella categoria artistica, guadagnando allora 4.000 lire.
Il successo si deve in larga parte allo spirito di iniziativa di Guazzoni che invece
di adeguarsi all’usanza dei cineasti di allora, che allestivano i set “in casa”, pretese
e ottenne di girare le scene direttamente ad Assisi, conferendo all’opera una poesia
e una naturalezza che gli artifici da studio di ripresa avrebbero probabilmente impedito.
Ma c’è anche un altro a cui “Il Poverello di Assisi” è debitore per la bellezza delle
sue immagini: Giotto e il suo ciclo di affreschi nella Basilica di Assisi, già a suo
modo un meraviglioso “sceneggiato” sulla vita dell’“alter Christus” . (Da Perugia,
Alessandro De Carolis)