Ospedale Bambino Gesù: entrato in piena funzione l'attività della nuova sede a Roma
In questi giorni è entrato in piena funzione l’attività della nuova sede dell’Ospedale
Pediatrico Bambino Gesù a Roma. Si tratta della struttura che si trova in Via di San
Paolo nei pressi dell’omonima Basilica. Il centro sarà dedicato a servizi ambulatoriali
diurni. Eugenio Bonanata ne ha parlato con il dottor Massimiliano Raponi,
direttore sanitario dell’Ospedale:
R. – Questo
ci permetterà di migliorare sempre più l’accoglienza dei nostri pazienti, in quanto
al Gianicolo ormai avevamo – non le nascondo - difficoltà a gestire un numero di prestazioni
che raggiunge un milione ogni anno. Quindi, da qui, la necessità di dedicare alle
famiglie e ai bambini degli spazi adeguati, secondo quella che è la logica del nostro
ospedale e i nostri principi etici.
D. – Si tratta di seimila metri quadrati
interamente dedicati alle attività diurne...
R. – Si tratta giustamente di
seimila metri quadri, dedicati all’attività di ambulatorio ed anche di day hospital,
di media e bassa complessità, che ci permette di poter garantire, anche in termini
di assistenza e di appropriatezza, la gestione migliore per i nostri pazienti. Nel
nuovo polo di San Paolo abbiamo un centro prelievi finalmente dotato di consulte adeguate
per l’assistenza dei nostri pazienti, abbiamo un’area dedicata alla chirurgia ambulatoriale
e abbiamo tutte le specialistiche ambulatoriali: pediatriche e chirurgiche.
D.
– Peraltro è una struttura modernissima, da un punto di vista architettonico, quindi
per quanto riguarda anche la tutela dell’ambiente è una struttura che rispetta queste
caratteristiche...
R. – Sì, è una struttura che rispetta fortemente i requisiti,
ovviamente normativi, ma rispetta – oserei dire – i requisiti internazionali di accoglienza,
con un’attenzione particolare al percorso del paziente dall’ingresso fino alle consulte,
con un’attenzione, dunque, anche al personale qualificato di accoglienza, al personale
di accettazione e delle casse piuttosto che, ovviamente, al personale infermieristico
e medico. Questo l’abbiamo fatto in un lavoro di progettazione e di distribuzione
degli spazi, in maniera appropriata e adeguata, a seconda delle esigenze dei pazienti.
D.
– Cosa diventerà il polo ambulatoriale di San Paolo nell’arco del prossimo anno?
R.
– Il polo ambulatoriale di San Paolo, per come è ormai organizzato il sistema sanitario,
rappresenta una scelta obbligata. Parlare di appropriatezza significa riuscire a gestire
sempre di più i pazienti in ospedale di giorno, in ambulatorio e in day hospital,
ed evitare quindi i ricoveri ordinari, cioè la degenza. Questo ovviamente può essere
fatto solo se ci sono degli spazi adeguati e questo è quello che ci richiede sia l’appropriatezza
in termini medici che in termini di costi. Io parlo sempre di benefici-costi: benefici
prima per il paziente e poi ovviamente per il relativo impatto economico. Quindi,
un discorso che converge nella stessa direzione.
D. – Diventerà anche un centro
di ricerche, un fiore all’occhiello per l’Europa, sicuramente per la città di Roma...
R.
– Diventerà un fiore all’occhiello, fortemente, anche per la ricerca e soprattutto
per la ricerca traslazionale, cioè per tutta quella ricerca che può essere trasferita
dai laboratori all’assistenza. In questa direzione, abbiamo anche fatto la scelta
di nuovi ambulatori che verranno attivati per lavorare proprio sulla ricerca traslazionale
e quindi sul trasferimento dall’assistenza alla ricerca. Il nostro sarà il polo di
ricerca più grande in Europa e quindi un’altra sfida importante per il nostro ospedale,
proprio perché come istituto di ricerca e cura a carattere scientifico abbiamo nella
nostra “mission” la necessità di lavorare e trasferire dalla ricerca all’assistenza
le attività orientate ovviamente sempre ai nostri pazienti.