L'Ue rafforza le sanzioni contro la Siria. Terzi: Assad accetti l'esilio in un Paese
arabo
Mentre in Siria continua la violenza e l’Onu parla di 2,5 milioni di persone bisognose
di aiuti nel Paese, i ministri degli Esteri della Ue decidono di rafforzare le sanzioni
contro il regime di Assad. Il ministro francese Fabius raccomanda misure per assicurare
alla popolazione accesso agli ospedali mentre il ministro degli Esteri italiano Terzi
sostiene che bisogna agire sulla Lega Araba affinché Assad accetti l’esilio in un
Paese arabo disposto ad accoglierlo. Del possibile ruolo in questo momento della comunità
internazionale Fausta Speranza ha parlato con Claudio Lo Jacono direttore
della rivista Oriente Moderno:
R. – In termini
di aiuti si può fare senz’altro moltissimo e ci sono dei programmi appositi per intervenire
anche celermente per le necessità di sopravvivenza. Sul piano politico è il solito
discorso sull’Onu: l’Onu ha una teorica funzione pacificatrice, nobilissima e indispensabile,
ma è condizionata dal gioco degli equilibri internazionali. Finché la Russia si limiterà
ad appoggiare la Siria – come ha sempre fatto finora, già da quando era Unione Sovietica
ed ora come Russia –, per avere un suo sbocco al mare, per avere un suo contatto con
un Paese che è ideologicamente comunque importante nell’area vicina orientale, sarà
ben difficile un intervento militare. Anche se un intervento è quello che sembra proprio
desiderare fortemente, e sempre più fortemente, l’Occidente: dagli Stati Uniti al
Regno Unito, alla Francia, che si è già vista in Libia prendere iniziative in tal
senso. Ma la Libia era un Paese non allineato, né con la Russia né con gli Stati Uniti,
e perciò questo era più semplice e, tra l’altro, al momento era un Paese estremamente
più fragile militarmente. La Siria ha una sua capacità comunque dissuasiva, ha un
forte appoggio dalla Russia e anche dalla Cina. Perciò io personalmente non credo
ci saranno interventi militari: naturalmente la mia è una previsione assolutamente
soggettiva.
D. – Il ministro degli Esteri italiano, Terzi, parla di esilio
per Assad: in linguaggio diplomatico questo che significa e che può significare?
R.
– Una certa garanzia di incolumità per Assad e per la sua famiglia è certamente una
cosa allettante, teoricamente però. Ricordiamo come già la stessa cosa fosse stata
proposta a Saddam Hussein e l’esito assolutamente negativo che esso ebbe.
D.
– Tanta gente sta fuggendo già in Giordania, in Libano…
R. – Questa è la voce
più drammatica. La popolazione subisce sempre il gioco dei potenti. Non è parte attiva
nelle dittature! La Siria, tra l’altro, è un Paese dove il livello di cultura è elevato.
La gente intuisce che non potrà fare altro che fuggire, perché di fronte ad una guerra
civile conclamata - come era evidente che fosse sin dall’inizio, o quasi, anche se
si è cercato di ignorare il fatto che fosse una guerra civile considerandolo soltanto
uno scontro al vertice – non riesce a fare altro. La popolazione subisce i bombardamenti
dell’una e dell’altra parte, perché poi c’è un po’ questa idea che sia soltanto Assad
a provocare morti e lutti: in realtà è anche la parte avversa. Purtroppo non c’è altra
via che cercare rifugio nei Paesi vicini, la Turchia è uno di questi.