2012-09-08 15:09:09

L'Ue rafforza le sanzioni contro la Siria. Terzi: Assad accetti l'esilio in un Paese arabo


Mentre in Siria continua la violenza e l’Onu parla di 2,5 milioni di persone bisognose di aiuti nel Paese, i ministri degli Esteri della Ue decidono di rafforzare le sanzioni contro il regime di Assad. Il ministro francese Fabius raccomanda misure per assicurare alla popolazione accesso agli ospedali mentre il ministro degli Esteri italiano Terzi sostiene che bisogna agire sulla Lega Araba affinché Assad accetti l’esilio in un Paese arabo disposto ad accoglierlo. Del possibile ruolo in questo momento della comunità internazionale Fausta Speranza ha parlato con Claudio Lo Jacono direttore della rivista Oriente Moderno:RealAudioMP3

R. – In termini di aiuti si può fare senz’altro moltissimo e ci sono dei programmi appositi per intervenire anche celermente per le necessità di sopravvivenza. Sul piano politico è il solito discorso sull’Onu: l’Onu ha una teorica funzione pacificatrice, nobilissima e indispensabile, ma è condizionata dal gioco degli equilibri internazionali. Finché la Russia si limiterà ad appoggiare la Siria – come ha sempre fatto finora, già da quando era Unione Sovietica ed ora come Russia –, per avere un suo sbocco al mare, per avere un suo contatto con un Paese che è ideologicamente comunque importante nell’area vicina orientale, sarà ben difficile un intervento militare. Anche se un intervento è quello che sembra proprio desiderare fortemente, e sempre più fortemente, l’Occidente: dagli Stati Uniti al Regno Unito, alla Francia, che si è già vista in Libia prendere iniziative in tal senso. Ma la Libia era un Paese non allineato, né con la Russia né con gli Stati Uniti, e perciò questo era più semplice e, tra l’altro, al momento era un Paese estremamente più fragile militarmente. La Siria ha una sua capacità comunque dissuasiva, ha un forte appoggio dalla Russia e anche dalla Cina. Perciò io personalmente non credo ci saranno interventi militari: naturalmente la mia è una previsione assolutamente soggettiva.

D. – Il ministro degli Esteri italiano, Terzi, parla di esilio per Assad: in linguaggio diplomatico questo che significa e che può significare?

R. – Una certa garanzia di incolumità per Assad e per la sua famiglia è certamente una cosa allettante, teoricamente però. Ricordiamo come già la stessa cosa fosse stata proposta a Saddam Hussein e l’esito assolutamente negativo che esso ebbe.

D. – Tanta gente sta fuggendo già in Giordania, in Libano…

R. – Questa è la voce più drammatica. La popolazione subisce sempre il gioco dei potenti. Non è parte attiva nelle dittature! La Siria, tra l’altro, è un Paese dove il livello di cultura è elevato. La gente intuisce che non potrà fare altro che fuggire, perché di fronte ad una guerra civile conclamata - come era evidente che fosse sin dall’inizio, o quasi, anche se si è cercato di ignorare il fatto che fosse una guerra civile considerandolo soltanto uno scontro al vertice – non riesce a fare altro. La popolazione subisce i bombardamenti dell’una e dell’altra parte, perché poi c’è un po’ questa idea che sia soltanto Assad a provocare morti e lutti: in realtà è anche la parte avversa. Purtroppo non c’è altra via che cercare rifugio nei Paesi vicini, la Turchia è uno di questi.







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