Iran: è libero il pastore protestante iraniano condannato a morte per apostasia
Un tribunale iraniano ha ordinato il rilascio del pastore Youcef Nadarkhani, in carcere
dall'ottobre 2009 e condannato a morte per apostasia con pena sospesa ma non annullata
nel luglio dello scorso anno. Si tratta di una svolta nel corso di una vicenda che
aveva fatto temere a lungo per le sorti del 35enne cristiano. Alla vigilia dell'udienza
di oggi, infatti - riferisce l'agenzia AsiaNews - si prospettavano un nuovo processo
e nuove accuse a carico dell'uomo, in base a reati "montati ad arte" per ottenere
una nuova condanna, secondo la denuncia di molti attivisti. Fonti della chiesa alla
quale apparteneva il pastore, interpellate da BosNewsLife, confermano invece la svolta
"positiva". Il pastore Youcef Nadarkhani è stato prosciolto dall'accusa di "apostasia",
ma ritenuto colpevole di "evangelizzare i musulmani". Egli è stato per questo condannato
a tre anni di prigione, che però ha già scontato visto che è in carcere dall'ottobre
del 2009. Per questo egli sarà rilasciato, aggiungono fonti della Chiesa d'Iran, poiché
"ha già espiato la pena". L'esito positivo della vicenda è "una risposta alle nostre
preghiere", commenta Firouz Khandjani, altro membro del movimento cristiano protestante,
secondo cui Youcef dovrebbe uscire di cella "entro il tardo pomeriggio di oggi". Nei
giorni scorsi la rete di attivisti Farsi Christian Network aveva prospettato nuove
accuse a carico dell'uomo, fra cui "banditismo ed estorsione" che avrebbero rimpiazzato
il precedente capo di imputazione per "apostasia". In seguito alle forti proteste
della comunità internazionale per la condanna, le autorità iraniane - hanno spiegato
gli attivisti cristiani - vogliono influenzare il caso "montando accuse arbitrarie"
e per questo "aumentano le preoccupazioni" per la sua sorte. Il pastore Youcef Nadarkhani,
35enne membro della Chiesa d'Iran (egli è nato nel 1977), è stato arrestato il 13
ottobre 2009 nella città di Rasht mentre cercava di registrar legalmente la sua chiesa.
Si pensa che il suo arresto sia stato causato dalla sua posizione, critica del monopolio
islamico nell'istruzione religiosa dei bambini in Iran. Inizialmente è stato accusato
di proteste; ma in seguito le accuse sono state cambiate in quella di apostasia e
di evangelizzazione di musulmani e per questo condannato a morte. Come lui, altre
16 persone sono tuttora in carcere per la fede cristiana e per le attività legate
al culto. La legge civile iraniana non prevede il reato di apostasia, anche se da
tempo si discute per varare una legge sul tema. (R.P.)