2012-09-08 14:35:48

Attentati in Iraq. Mons. Sleiman: i cristiani non fuggano dal Paese


In Iraq, una nuova ondata di attentati ha provocato ieri 8 morti e una settantina di feriti a Kirkuk, 240 chilometri a nord di Baghdad. Le esplosioni di un’autobomba e altri ordigni hanno colpito alcuni luoghi di culto sciiti. A proposito della situazione della sicurezza nel Paese, Davide Maggiore ha raccolto la testimonianza di mons. Jean-Benjamin Sleiman, arcivescovo di Baghdad dei Latini:RealAudioMP3

R. – Le cause alla base della violenza non sono sparite, anche se la violenza cambia volto, cambia i metodi e cambia anche gli obiettivi. La violenza non è mai sparita da quanto è caduto il regime. Penso che in questi ultimi tempi ci siano anche delle tensioni politiche interne molto forti e queste violenze, che noi rifiutiamo e che giudichiamo come atti barbari, sembrano essere il linguaggio politico di questi gruppi. Questo è il segno che la politica non ha ancora trovato dei modi civili per scambiarsi idee e per confrontarsi sui problemi.

D. – Cosa fa la comunità cristiana in questa situazione?

R. – La comunità cristiana, come poi tutti gli iracheni, subisce tutto questo. Anche gli altri cittadini iracheni non possono decidere riguardo alla violenza: la subiscono! Aspettano giorni migliori: hanno una specie di rassegnazione o meglio – e questo è anche peggio – di assuefazione, perché ogni giorno c’è qualcosa di nuovo, anche se i media non ne parlano.

D. – Attraverso i microfoni della Radio Vaticana vuole lanciare un appello alla comunità internazionale su quanto sta succedendo in Iraq?

R. – Io vorrei che la comunità internazionale si convinca che risolvere i problemi degli altri significa anche risolvere i propri. La pace esiste per tutti o non esiste per nessuno. Spero quindi che gli interessi degli Stati non vengano prima di questo valore fondamentale per tutti e tutto, che è la pace.

D. – Per quanto riguarda i cristiani che guardano alla Chiesa dell'Iraq, cosa vuole chiedere ai cristiani delle altri parti del mondo?

R. – Io forse sono controcorrente, ma vorrei che le Chiese nel mondo e che sono in comunione con la nostra Chiesa, incoraggino i cristiani a essere forti, coraggiosi e ad avere speranza, senza fuggire sempre, senza emigrare sempre… Il Paese è loro e la missione del cristianesimo in questo Paese è la loro missione. E’ bene incoraggiarli e aiutarli affinché vivano meglio queste difficili situazioni.







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