Attentati in Iraq. Mons. Sleiman: i cristiani non fuggano dal Paese
In Iraq, una nuova ondata di attentati ha provocato ieri 8 morti e una settantina
di feriti a Kirkuk, 240 chilometri a nord di Baghdad. Le esplosioni di un’autobomba
e altri ordigni hanno colpito alcuni luoghi di culto sciiti. A proposito della situazione
della sicurezza nel Paese, Davide Maggiore ha raccolto la testimonianza di
mons. Jean-Benjamin Sleiman, arcivescovo di Baghdad dei Latini:
R. – Le cause
alla base della violenza non sono sparite, anche se la violenza cambia volto, cambia
i metodi e cambia anche gli obiettivi. La violenza non è mai sparita da quanto è caduto
il regime. Penso che in questi ultimi tempi ci siano anche delle tensioni politiche
interne molto forti e queste violenze, che noi rifiutiamo e che giudichiamo come atti
barbari, sembrano essere il linguaggio politico di questi gruppi. Questo è il segno
che la politica non ha ancora trovato dei modi civili per scambiarsi idee e per confrontarsi
sui problemi.
D. – Cosa fa la comunità cristiana in questa situazione?
R.
– La comunità cristiana, come poi tutti gli iracheni, subisce tutto questo. Anche
gli altri cittadini iracheni non possono decidere riguardo alla violenza: la subiscono!
Aspettano giorni migliori: hanno una specie di rassegnazione o meglio – e questo è
anche peggio – di assuefazione, perché ogni giorno c’è qualcosa di nuovo, anche se
i media non ne parlano.
D. – Attraverso i microfoni della Radio Vaticana vuole
lanciare un appello alla comunità internazionale su quanto sta succedendo in Iraq?
R.
– Io vorrei che la comunità internazionale si convinca che risolvere i problemi degli
altri significa anche risolvere i propri. La pace esiste per tutti o non esiste per
nessuno. Spero quindi che gli interessi degli Stati non vengano prima di questo valore
fondamentale per tutti e tutto, che è la pace.
D. – Per quanto riguarda i
cristiani che guardano alla Chiesa dell'Iraq, cosa vuole chiedere ai cristiani delle
altri parti del mondo?
R. – Io forse sono controcorrente, ma vorrei che le
Chiese nel mondo e che sono in comunione con la nostra Chiesa, incoraggino i cristiani
a essere forti, coraggiosi e ad avere speranza, senza fuggire sempre, senza emigrare
sempre… Il Paese è loro e la missione del cristianesimo in questo Paese è la loro
missione. E’ bene incoraggiarli e aiutarli affinché vivano meglio queste difficili
situazioni.