Pakistan: libera su cauzione Rimsha, la bimba cristiana accusata di blasfemia
Il tribunale di Islamabad ha accettato ieri la richiesta di libertà dietro cauzione
per Rimsha Masih, la ragazzina cristiana affetta da disabilità mentale, in carcere
dal 16 agosto con l’accusa di blasfemia. La decisione era attesa dopo che il suo accusatore,
l'imam Khalid Chishti, era stato arrestato nei giorni scorsi per aver manipolato le
prove contro la piccola. Rimsha è stata data in custodia a Paul Bhatti - consigliere
speciale del primo ministro per l‘Armonia nazionale - il quale si è complimentato
con il governo e le forze dell’ordine per aver scoperto la verità. Il padre di Rimsha
- sentito da AsiaNews - ha espresso tutta la sua gioia per la liberazione della figlia.
"Il mondo mi era crollato addosso" - ha detto - ma la fede in Gesù "mi ha fatto ritrovare
la speranza". Per un commento, Marco Guerra ha sentito iil cattolico pachistano
Mobeen Shahid, docente di pensiero e religione islamica alla Pontificia Università
Lateranense e fondatore “dell’Associazione Pakistani Cristiani in Italia”, realtà
voluta dal ministro cattolico per le minoranze pakistano, Shahbaz Bhatti, ucciso da
fondamentalisti islamici nel 2011:
R. – E’ da apprezzare
sia l’onestà del giudice sia la decisione coraggiosa. C’erano tutti i dati oggettivi
per dichiararla innocente e darle la possibilità di raggiungere la propria famiglia.
Questa è l’ennesima prova che la legge sulla blasfemia è fatta oggetto di abusi. Dagli
anni ‘80, quando questo abuso è aumentato, è la prima volta che grazie ad una onesta,
oggettiva, investigazione, si sia riusciti a provare che l’accusatore è il vero colpevole
di blasfemia, in questo caso l’imam Chishiti.
D. – Che ne sarà ora
della bambina?
R. - La bambina è già nella custodia dell’Apma (All Pakistan
Minorities Alliance) di cui è presidente Paul Bhatti. Il processo continuerà perché
Rimsha è stata liberata solo su cauzione. Quando sarà richiesta la sua presenza dal
giudice dovrà ritornare in tribunale perché le indagini sono ancora in atto sia da
parte della polizia sia da parte del tribunale.
D. – La comunità cristiana
rischia rappresaglie?
R. - Rischia vari attacchi. Infatti, i vicini di Rimsha
non sono ritornati ad abitare nelle proprie case perché hanno paura e non si fidano
della difesa che il governo potrebbe dare loro. Si è già verificato un episodio di
violenza a Karachi e due minorenni sono stati uccisi in questi giorni, durante i quali
i media internazionali hanno particolarmente coperto il caso di Rimsha. Questo non
si fermerà finché non si prenderanno provvedimenti importanti per evitare l’abuso
della legge sulla blasfemia.
D. – Cosa chiedete al governo pakistano e alla
comunità internazionale?
R. – Chiediamo al governo di intervenire sulla legislazione
per evitare questo abuso… Il Pakistan da solo non riuscirà a farlo perché il governo
è politicamente debole, perciò dovrà essere sostenuto dalla comunità internazionale.
In questo caso noi, come cittadini pachistani, chiediamo l’intervento dell’Onu affinché
possa sostenere le modifiche nell’applicazione della legge sulla blasfemia che ogni
anno sta facendo migliaia di vittime.