2012-09-06 12:42:39

I vescovi srilankesi: fermare le violazioni dei diritti umani nel Paese


Prigionieri delle carceri srilankesi vittime di percosse e violenze, che spesso portano a ricoveri d'urgenza, quando non alla morte. Minacce e ritorsioni sui contadini che non forniscono quantità sufficiente di riso. Riforme mancate che rischiano di affossare il settore educativo del Paese. Sono solo alcuni degli abusi denunciati dai vescovi cattolici dello Sri Lanka. In un comunicato ufficiale, la Conferenza episcopale (Cbcsl) chiede al governo e agli organismi competenti di "trovare una soluzione politica" che risolva i problemi e assicuri il rispetto dei diritti umani di tutti i cittadini. Firmatari del comunicato – afferma l’Agenzia AsiaNews - sono il cardinale Malcolm Ranjith, presidente della Cbcsl, e mons. Norbert M. Andradi, segretario generale. "Abusi simili - affermano i vescovi - creano un senso di perdita nei valori umani e religiosi della società srilankese". Quanto avviene nelle prigioni nazionali infatti, è anzitutto una "violazione delle leggi internazionali, secondo le quali tutti i prigionieri devono essere trattati con dignità, garantendo la loro sicurezza". In più, sottolineano, "per la fede cristiana, tutti gli uomini sono fatti a immagine e somiglianza di Dio [Genesi 1:27]. Per questo, essi dovrebbero essere trattati con dignità e rispetto in ogni momento". Quanto sta accadendo nel Paese nel settore dell'educazione, è motivo di ulteriore preoccupazione per la Cbcsl. Da oltre due mesi infatti, i professori sono in sciopero per chiedere al governo maggiori diritti e libertà. Colombo però, ha risposto con la chiusura di tutte le facoltà (tranne quelle di medicina), inasprendo ancora di più il braccio di ferro. "Il governo - spiegano i vescovi - deve affrontare le questioni poste dai docenti senza rimandare ancora, perché a farne le spese sono i giovani dello Sri Lanka". Infine, la Cbcsl ha espresso "profonda preoccupazione" per quanto sta accadendo ad alcuni contadini della North Central Province: impiegati nelle risaie, quest'anno non sono riusciti a fornire la quantità richiesta di raccolto, anche a causa del ritardo delle piogge monsoniche, e hanno subito gravi intimidazioni. "Il governo - conclude il comunicato dei vescovi - deve lavorare per una soluzione politica. Dopo tutto quello che ha passato, questa nazione chiede una pace duratura".







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