I vescovi europei: crisi non solo economica ma innanzitutto antropologica, cresce
esclusione sociale
“Alla base dell’attuale situazione di crisi che il continente europeo sta attraversando,
non vi sono solo le gravi problematiche inerenti ai sistemi economico-finanziari,
ma innanzitutto la mancanza di una visione antropologica e sociale incentrata sulla
solidarietà e la sussidiarietà”: è quanto affermano i vescovi europei responsabili
delle questioni sociali, riunitisi a Nicosia, a Cipro, dal 3 al 5 settembre. “Le politiche
sociali – si legge nel comunicato finale dell’incontro - non possono basarsi su meri
criteri di redditività, che mettono a dura prova la coesione sociale del vecchio continente.
Il futuro dell'Europa e l'esclusione sociale sono vere sfide per la Chiesa, impegnata
ad annunciare il Vangelo di Gesù che porta al mondo la vera giustizia e la pace”.
Infatti, secondo i vescovi europei “uno dei grandi problemi dell'Europa integrata
è la crescente esclusione sociale, con una notevole mancanza di adeguate protezioni
sociali”. E’ stata poi ribadita la convinzione che “l'Europa ha bisogno del cristianesimo
e che i cristiani hanno una speciale responsabilità per il futuro dell'Europa, affinché
l'educazione e l'istruzione valorizzino la ricchezza culturale europea, perché le
arti e le scienze dialoghino con la fede religiosa senza integralismi da ambedue le
parti e, infine, perché gli scambi culturali soprattutto tra i giovani europei abbiano
progetti di ampio respiro”. Durante l'incontro sono stati presentati i rapporti dei
diversi Paesi sull'attività della Chiesa nel campo del sociale. In questi rapporti
sono emersi l'impegno e la bellezza della carità vissuta da tante comunità e persone
cristiane. Sono questi segni di un amore profondo per tutte le persone, che mostrano
come la Chiesa possa annunciare la speranza anche in un mondo in crisi.