Concerto a Modena a 5 anni dalla scomparsa di Luciano Pavarotti
“Luciano’s Friends – The talent goes on”: era intitolata così la serata musicale di
ieri sera al Teatro Comunale di Modena per ricordare il Maestro Luciano Pavarotti,
a cinque anni dalla sua scomparsa. I grandi della musica lirica e pop – come Montserrat
Caballé, Ennio Morricone e Zucchero – si sono esibiti accanto alle giovani promesse
dell’Opera, in memoria del famoso tenore italiano che, come ha scritto Benedetto XVI,
“ha onorato il dono divino della musica”. Isabella Piro ha intervistato Nicoletta
Mantovani,moglie di Pavarotti ed ideatrice della Fondazione a lui dedicata:
R. - Luciano
ha sempre visto che l’Opera aveva bisogno di allargare i propri spazi, quindi dal
teatro l’ha portata prima alle arene poi addirittura agli stadi, l’ha vista allargarsi
anche a un pubblico più giovane attraverso la realizzazione del Pavarotti and Friends
grazie a queste “contaminazioni” con la musica pop e l’ha sempre vista nei giovani.
Luciano ha sempre appoggiato i giovani condividendo la propria esperienza con la propria
tecnica vocale e stimolandoli sempre a studiare e ad applicarsi. Noi abbiamo cercato
di portare avanti questa sua visione; ovviamente noi non possiamo insegnare canto,
ma cerchiamo di dare un palcoscenico a questi ragazzi dove potersi esibire, confrontare,
e dove poter essere notati da teatri o da grandi agenti che poi li possano aiutare
a iniziare una carriera.
D. – Quest’anno ricorrono anche i vent’anni dal primo
Pavarotti and Friends, il concerto di beneficienza voluto proprio dal Maestro. C’è
un progetto benefico in particolare che ci vuole segnalare?
R. – I progetti
legati al Pavarotti and Friends erano sempre legati ai bambini. Per Luciano, essere
vicino all’infanzia era molto importante essendo stato lui stesso un bambino vittima
della guerra all’epoca, quindi ha sempre cercato di guardare ai bambini di quelle
zone. Ovviamente essendo in Emilia, per noi i bambini in emergenza sono i bambini
vittime del terremoto. Quindi con il Centro sportivo italiano abbiamo pensato di organizzare
una grande caccia al tesoro per quel giorno, con tutti i bambini dei centri estivi
delle zone terremotate. Parteciperanno mille bambini, che potranno imparare a conoscere
Modena. Abbiamo dato a ognuno di loro una macchina fotografica con cui documenteranno
le varie parti di Modena e poi queste fotografie verranno raccolte in un album e alla
fine il gruppo vincitore vincerà la possibilità di allestire una grande palestra per
la loro scuola nelle zone terremotate.
D. – Qual era il rapporto del Maestro
con la fede?
R. – Era un rapporto molto stretto perché Luciano era un grandissimo
credente e fino all’ultimo ha trovato un grande conforto nella fede. Lui lo considerava
il secondo dono che gli era stato fatto. Il primo era quello della voce: lui ogni
giorno ringraziava il Signore per questo grande dono e ogni volta che lo condivideva
con gli altri, lo faceva proprio nel nome del Signore, per lui era importantissima
questa cosa. Ha saputo accettare anche la morte con la forza di chi crede. Quindi
sapeva che aveva ricevuto tanto in vita e sperava di aver dato almeno una parte di
quello che aveva ricevuto e riusciva a guardare alla morte con serenità.
D.
- Sono trascorsi cinque anni dalla scomparsa del Maestro Pavarotti: qual è l’eredità
che ci ha lasciato?
R. – Un’eredità artistica importantissima che è proprio
questa: riuscire a guardare alla lirica guardando proprio al futuro, cercando di dare
più spazio ai giovani, cosa che purtroppo spesso in Italia non si fa, e anche di cercare
di portare la lirica un pochino di più a livello generale e quindi magari partendo
proprio dalle scuole, dall’istruzione. Poi ci ha lasciato un’eredità umana importante
che è quella dell’amore per la vita. Luciano amava la vita ed era pieno di gioia e
credo che il suo sorriso sia rimasto impresso a tutti.
D. – Un suo ricordo
personale del Maestro lo vuole condividere con noi?
R. – Di ricordi personali
con Luciano ce ne sono tantissimi. Sicuramente gli anni passati insieme alla nostra
bambina, la nascita della nostra bambina… Ce ne sono troppi… Però anch’io, come credo
molte persone, se devo ricordare una cosa particolare, mi ricordo il suo sorriso,
i suoi occhi.