di S. E. Mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari e Presidente del Comitato Scientifico
organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici italiani L’interesse
della Glencore per la Portovesme Srl era un segnale molto atteso. Tutto lascia pensare
che sia un segnale dato in maniera molto responsabile viste le tensioni, la posta
in gioco e il numero di famiglie legate a questa sparanza. Voglio vederci proprio
un passo avanti La vicenda Alcoa ancora tiene col fiato sospeso. Il giorno
clou dovrebbe essere venerdì prossimo quando al Ministero per lo Sviluppo Economico
si incontreranno la multinazionale svizzera Glencore e i tecnici del Governo per riesaminare
i termini della questione. Ci sono le condizioni per un accordo? “A me pare di sì”,
afferma il presule. “La Regione Sardegna – che dovrebbe essere presente all’incontro
- si è impegnata e si sta impegnando molto. Io voglio sperare che anche da parte del
Governo non manchino non solo la volontà di supportare lo sforzo della Regione ma
anche che venga tenuta presente la tradizione industriale dell’area. Sono incertezze
che si trascinano da troppo tempo – riprende Mons. Miglio - e non si può tenere una
regione così a lungo sospesa”. Mentre il presidente di Confindustria Squinzi ritiene
che Portovesme si può salvare solo se si trovano le condizioni per avere un’energia
a prezzi competitivi, Miglio commenta che “questa è una lettura molto unidimensionale.
Il problema energetico non è solo condizionato dal costo dell’energia. Bisogna tener
conto dei fattori uomo, famiglie, territorio, equilibrio di una regione. Ciò che manca
e porta anche a gesti un po’ estremi degli operai è l’impressione di non vedere dei
progetti a lungo termine. Ce lo siamo detti anche come vescovi della Sardegna. Come
ci insegna Benedetto XVI nella Caritas in Veritate, non è pietismo
andare incontro al diritto al lavoro e alla necessità di avere una sicurezza ma è
un valore economico”.Ma perché non si investe nel Sulcis? “Rimane un mistero”,
risponde Mons. Miglio. “Questa è una zona dove con un po’ più di attenzione si potrebbero
fare investimenti con un ritorno importante per l’economia italiana. La presenza industriale
nella Sardegna è un valore che va a beneficio del Paese intero, questa terra non è
solo terra di turismo. Non direi che la Sardegna sia trascurata dal governo centrale.
Si tratta però di tenere insieme diverse esigenze e di avere una azione più compatta
nel Governo e tra Governo e Regione”. Con quali parole sente di rivolgersi agli operai?
“Ci vuole un invito alla responsabilità da parte di tutti. Questi gesti sono il sintomo
di una storia lunga di incertezze e rischi. La capisco la protesta. Bisogna accogliere
e interpretare questi segnali per mantenere la protesta entro termini efficaci che
non producano danni ulteriori”. (di Antonella Palermo)