Pakistan: il fenomeno delle conversioni forzate spesso legato alla malavita
Alcuni membri della comunità cristiana del quartiere di Walton Road, a Lahore, hanno
denunciato alla polizia una “campagna di conversioni forzate all’islam” da parte di
alcuni musulmani locali. La notizia ha avuto eco sui mass media pachistani ma secondo
fonti dell'agenzia Fides a Lahore, il caso è una montatura. “Occorre fare attenzione
alla strumentalizzazione della religione davanti alla giustizia: è la stessa dinamica
che avviene nei casi di blasfemia” nota padre Inayat Bernard, segretario della Commissione
diocesana per la Catechesi e condirettore del settimanale “The Christian View”. Padre
Francis Sabir, parroco cattolico della chiesa di San Francesco a Walton Road, racconta
a Fides tutt’altra versione dei fatti. La vicenda è legata ad ambienti della malavita:
“Tra alcuni cristiani e musulmani coinvolti nel giro del gioco d’azzardo, è scoppiata
una lite. Un cristiano, per venirne fuori salvo, ha iniziato a sollevare false accuse
di conversioni forzate. Da qui la situazione è degenerata. Ma la religione è stata
tirata in ballo in modo del tutto strumentale”. Padre Francis si sta ora adoperando,
insieme con alcuni leader musulmani, per ristabilire la calma nel quartiere e stemperare
la tensione fra le due comunità. “Cristiani e musulmani qui hanno sempre convissuto
in pace e armonia e non c’è motivo reale per creare subbuglio e discordie” nota. Il
problema delle conversioni forzate è reale in Pakistan ed è stato più volte segnalato
dalle minoranze religiose cristiane e indù, tanto che il governo ha istituito una
Commissione speciale per monitorare il fenomeno e adottare contromisure. “Ma sollevare
casi falsi – conclude padre Bernard – non aiuta certo le minoranze”. (R.P.)