2012-09-04 14:26:43

Il cardinale Koch ricorda Carlo Maria Martini: era "di casa" nella Parola di Dio


In questi giorni, in molti hanno sottolineato il valore del magistero del cardinale Martini per ciò che concerne lo sviluppo del dialogo ecumenico. Sul punto si sofferma - al microfono del collega della redazione tedesca della Radio Vaticana, Mario Galgano - il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, che ricorda il porporato scomparso e si sofferma anche sull’incontro del Papa con i suoi ex allievi, da poco terminato a Castel Gandolfo:RealAudioMP3

R. – Es sind zunächst einmal zwei sehr schone Erinnerungen an ihn…
Intanto, due bei ricordi proprio di lui. Il primo riguarda un incontro con lui a Graz in occasione del secondo incontro ecumenico europeo, del quale egli era stato il presidente e per il quale io ero stato chiamato a tenere l’omelia nella Messa di conclusione, in quanto vescovo di Basilea. E’ stato un incontro molto bello. Il secondo ricordo riguarda l’invito che, come Conferenza episcopale svizzera, avevamo rivolto al cardinale Martini perché ci offrisse delle giornate di riflessione. In quell’occasione, abbiamo potuto sperimentare il suo grandissimo carisma. Egli era, come noto, un biblista e lo era rimasto anche da cardinale, ma era un biblista che non soltanto annunciava e spiegava la Parola di Dio, ma che era “di casa” nella Parola di Dio, che viveva con la Parola di Dio. Credo che questo abbia anche un profondo valore ecumenico: infatti, la separazione nella Chiesa, che risale al XVI secolo, si è verificata anche a causa di una diversa lettura delle Sacre Scritture. Così, la riconquista dell’unità dei cristiani è imprescindibilmente legata al fatto che impariamo di nuovo a leggere insieme la Parola di Dio.

D. – Il fine settimana scorso si è svolto il cosiddetto “Ratzinger-Schuelerkreis” al quale ha partecipato anche Lei. Un tema centrale era l’ecumenismo. Cosa l’ha impressionata di questo incontro?

R. – Das Thema des Treffens des Schülerkreises wird ja immer mit…
L’argomento dell’incontro del “Schülerkreis” è sempre concordato con il Santo Padre. I suggerimenti e le idee vengono dal circolo e sono presentate al Santo Padre. L’anno scorso egli ha scelto con piacere, come argomento di dibattito per quest’anno, il tema dell’ecumenismo. Due erano i punti centrali: il dialogo con i luterani e il dialogo con gli anglicani. Si è visto in questa occasione quanto il dialogo ecumenico stia a cuore al Santo Padre. Egli ha anche detto espressamente: “Anche se l’unità dei cristiani non è ancora vicina, anche se dobbiamo percorrere ancora una lunga strada, il dialogo ecumenico rimane assolutamente imprescindibile, perché impariamo a conoscere meglio tutta la ricchezza della fede cristiana, anche attraverso gli occhi degli altri, e affinché diventiamo cristiani sempre migliori”. Questa incredibile dedicazione all’ecumenismo, di cui egli ha reso testimonianza con queste parole, è stato naturalmente un grandissimo incoraggiamento anche per me, per continuare da un lato a camminare sulla via dell’ecumenismo e dall’altro a non avere la pressione del successo immediato, ma a vivere il dialogo ecumenico nel suo significato primario.

D. – Fra qualche giorno, il Santo Padre visiterà il Libano, un Paese che è crocevia per il dialogo tra le diverse confessioni cristiane. Cosa spera che porti questo viaggio?

R. – Also, diese Reise hat natürlich drei Dimensionen. Erstens, eine ökumenische…
Intanto, questa visita ha tre dimensioni. In primo luogo, quella ecumenica e cristiana, con lo scopo di rafforzare la presenza dei cristiani nel Medio Oriente, dove il fenomeno dell’emigrazione è un problema molto serio. Poi, per quanto riguarda il Medio Oriente, svolge ruolo centrale anche il dialogo interreligioso con la forte presenza dell’islam: è importante il dialogo con i musulmani. La terza dimensione è quella che abbraccia la storia universale: portare una parola di riconciliazione e di pace in questa regione tormentata da grandi insicurezze e spaccature. In questo senso, sono convinto che il viaggio del Santo Padre in Libano sarà un segno di speranza per tutti.







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