Il cardinale Koch ricorda Carlo Maria Martini: era "di casa" nella Parola di Dio
In questi giorni, in molti hanno sottolineato il valore del magistero del cardinale
Martini per ciò che concerne lo sviluppo del dialogo ecumenico. Sul punto si sofferma
- al microfono del collega della redazione tedesca della Radio Vaticana, Mario
Galgano - il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per
l’Unità dei Cristiani, che ricorda il porporato scomparso e si sofferma anche sull’incontro
del Papa con i suoi ex allievi, da poco terminato a Castel Gandolfo:
R. – Es sind
zunächst einmal zwei sehr schone Erinnerungen an ihn… Intanto, due bei ricordi
proprio di lui. Il primo riguarda un incontro con lui a Graz in occasione del secondo
incontro ecumenico europeo, del quale egli era stato il presidente e per il quale
io ero stato chiamato a tenere l’omelia nella Messa di conclusione, in quanto vescovo
di Basilea. E’ stato un incontro molto bello. Il secondo ricordo riguarda l’invito
che, come Conferenza episcopale svizzera, avevamo rivolto al cardinale Martini perché
ci offrisse delle giornate di riflessione. In quell’occasione, abbiamo potuto sperimentare
il suo grandissimo carisma. Egli era, come noto, un biblista e lo era rimasto anche
da cardinale, ma era un biblista che non soltanto annunciava e spiegava la Parola
di Dio, ma che era “di casa” nella Parola di Dio, che viveva con la Parola di Dio.
Credo che questo abbia anche un profondo valore ecumenico: infatti, la separazione
nella Chiesa, che risale al XVI secolo, si è verificata anche a causa di una diversa
lettura delle Sacre Scritture. Così, la riconquista dell’unità dei cristiani è imprescindibilmente
legata al fatto che impariamo di nuovo a leggere insieme la Parola di Dio.
D.
– Il fine settimana scorso si è svolto il cosiddetto “Ratzinger-Schuelerkreis” al
quale ha partecipato anche Lei. Un tema centrale era l’ecumenismo. Cosa l’ha impressionata
di questo incontro?
R. – Das Thema des Treffens des Schülerkreises wird ja
immer mit… L’argomento dell’incontro del “Schülerkreis” è sempre concordato con
il Santo Padre. I suggerimenti e le idee vengono dal circolo e sono presentate al
Santo Padre. L’anno scorso egli ha scelto con piacere, come argomento di dibattito
per quest’anno, il tema dell’ecumenismo. Due erano i punti centrali: il dialogo con
i luterani e il dialogo con gli anglicani. Si è visto in questa occasione quanto il
dialogo ecumenico stia a cuore al Santo Padre. Egli ha anche detto espressamente:
“Anche se l’unità dei cristiani non è ancora vicina, anche se dobbiamo percorrere
ancora una lunga strada, il dialogo ecumenico rimane assolutamente imprescindibile,
perché impariamo a conoscere meglio tutta la ricchezza della fede cristiana, anche
attraverso gli occhi degli altri, e affinché diventiamo cristiani sempre migliori”.
Questa incredibile dedicazione all’ecumenismo, di cui egli ha reso testimonianza con
queste parole, è stato naturalmente un grandissimo incoraggiamento anche per me, per
continuare da un lato a camminare sulla via dell’ecumenismo e dall’altro a non avere
la pressione del successo immediato, ma a vivere il dialogo ecumenico nel suo significato
primario.
D. – Fra qualche giorno, il Santo Padre visiterà il Libano, un Paese
che è crocevia per il dialogo tra le diverse confessioni cristiane. Cosa spera che
porti questo viaggio?
R. – Also, diese Reise hat natürlich drei Dimensionen.
Erstens, eine ökumenische… Intanto, questa visita ha tre dimensioni. In primo luogo,
quella ecumenica e cristiana, con lo scopo di rafforzare la presenza dei cristiani
nel Medio Oriente, dove il fenomeno dell’emigrazione è un problema molto serio. Poi,
per quanto riguarda il Medio Oriente, svolge ruolo centrale anche il dialogo interreligioso
con la forte presenza dell’islam: è importante il dialogo con i musulmani. La terza
dimensione è quella che abbraccia la storia universale: portare una parola di riconciliazione
e di pace in questa regione tormentata da grandi insicurezze e spaccature. In questo
senso, sono convinto che il viaggio del Santo Padre in Libano sarà un segno di speranza
per tutti.